Tecnologia

Yahoo! sapeva dei problemi di sicurezza: via libera alla class action

Il colosso informatico ha fatto poco per porre rimedio ai disguidi e non ha comunicato il furto di dati: l'accusa di negligenza resta

Foto Keystone
13 marzo 2018
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Sapeva dei suoi problemi di sicurezza e ha fatto poco per porvi rimedio. Per questo la giustizia americana non fa sconti a Yahoo!. La compagnia nel corso degli ultimi anni è stata vittima di cyberattacchi così massicci da compromettere i dati personali legati a tre miliardi di account di posta elettronica registrati nel mondo. Ora l’ex colosso di internet dovrà affrontare la causa collettiva degli utenti rispondendo di tutte le accuse mosse, compresa la negligenza.

La giudice californiana Lucy Koh ha respinto la domanda avanzata da Verizon, proprietaria di Yahoo! dal giugno scorso, di escludere dalla causa molte richieste di risarcimento, tra cui quelle per negligenza e violazione del contratto. La stessa giudice nei mesi scorsi fa aveva stabilito che Yahoo! era responsabile del furto di dati e aveva respinto la richiesta della società per depennare la concorrenza sleale dalle pendenze.

Secondo Koh il tentativo di Yahoo! per limitare la propria responsabilità è "inconcepibile", dal momento che l’azienda era consapevole delle carenze di sicurezza e ha fatto poco per superarle. "Le accuse dei querelanti – ha scritto – bastano a dimostrare che essi avrebbero agito diversamente se gli imputati li avessero informati della debole sicurezza del sistema di posta di Yahoo!".

Una delle colpe più grandi di Yahoo! è infatti quella di aver taciuto, per anni. La compagnia ha registrato tre violazioni hacker, tra il 2013 e il 2016, che hanno causato il più grande furto di dati della storia. La notizia è però stata resa pubblica solo dopo l’accordo di acquisizione da parte di Verizon, nel settembre del 2016, e la sua portata – con 3 miliardi di account coinvolti – è emersa soltanto nell’ottobre scorso. Non aver informato gli utenti ha aumentato la loro esposizione al rischio di furto di identità. Questo elemento ha un peso notevole nella "class action".

E gli utenti non sono l’unica categoria colpita dal cyberattacco: i fatti, e il modo in cui sono stati comunicati, hanno avuto un impatto negativo sugli azionisti, con il titolo di Yahoo! precipitato in Borsa. Nei giorni scorsi la compagnia ha messo sul piatto 80 milioni di dollari per scongiurare la causa collettiva degli investitori.

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