Racconto della settimana

Antò

7 ottobre 2015
|

Con un balzo scattante e preciso e tutto il coraggio di cui disponeva, Antonio reagì seduta stante e, senza nemmeno pensarci, si precipitò sul cellulare. In quello stesso momento l’apparecchio cominciò però a vibrare nella modalità “giungla”, la più potente, quella protagonista di uno spot pubblicitario che impazzava in rete: l’unica sul mercato a essere percepibile anche dall’interno di un trolley di metallo. Così vibrando, il cellulare si allontanò dunque dal prode soccorritore e andò ad arrestarsi sull’altro lato della strada vicino al marciapiede, quindi quasi in salvo. Purtroppo Antonio non ebbe il tempo di rallegrarsene, dal momento che dovette scansare l’auto che, pur avendo frenato e sterzato, ancora procedeva in parte nella sua direzione. Venne colpito di striscio a un fianco ma non cadde. Dietro di lui sentiva la voce sovraeccitata e fastidiosamente penetrante della ragazza cieca che strillava per sapere cosa stesse succedendo. L’automobilista accostò, aprì lo sportello e chiese ad Antonio se si fosse fatto male. Lui fece cenno di no e, poiché il semaforo nel frattempo era diventato verde, attraversò velocemente la strada per recuperare il suo gioiellino. Freneticamente lo raccolse da terra soffiandoci sopra e accarezzandolo, ma non fece in tempo a sbloccare la tastiera per assicurarsi che funzionasse ancora. Vide infatti l’automobilista dirigersi spedito verso la ragazza, parlare con lei, poi girarsi con sguardo critico nella sua direzione. Antonio non aspettò che l’automobilista facesse altro e preferì scomparire discretamente, affrettandosi in direzione della stazione con passo podistico. Mentre, leggermente affannato, camminava, si mise a ispezionare il cellulare e notò che presentava una preoccupante serie di segni e graffietti. Sentì un groppone salirgli in gola e istintivamente gli venne voglia di dare la colpa alla ragazza. La sua coscienza ebbe però il sopravvento e si limitò a maledire i semafori, marchingegni costruiti appositamente per ostacolare e mettere in pericolo la vita degli ignari pedoni, categoria alla quale apparteneva da solo mezz’ora, ma per la quale era già disposto a lottare. Considerò se fosse il caso di parlare di questa problematica alla prossima riunione settimanale di partito, poi scartò l’idea poiché troppo lontana dagli obiettivi a breve e medio termine. In ogni caso, presto sarebbe tornato a guidare la sua auto, quindi il destino dei pedoni non era di importanza primaria. Quando gli sembrò di trovarsi abbastanza lontano dal luogo dell’incidente, con foga digitò la password e controllò lo stato di salute del cellulare. Sollevato, notò che funzionava ancora. Ad aspettarlo c’erano diversi messaggi.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔