Racconto della settimana

L'aragosta blu

2 ottobre 2015
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Il corpo seminudo del “delegato” giace in una pozza di sangue. Le braccia spalancate lasciano apparire sotto le ascelle evidenti segni di bruciature e, sul torso magro del povero vecchio, sono evidenti vaste ecchimosi ormai nerastre. La testa, volta di lato, è mostruosamente deformata: dalla bocca spalancata in un ghigno sdentato è uscito molto sangue, ma ancor di più ne ha versato l’occipite sfondato.

Tutto, nel minuscolo monolocale, appare rovesciato, sfasciato. Le poche suppellettili frantumate, materasso e cuscino squarciati: una perquisizione violenta, benché frettolosa.

Lo sguardo del commissario-capo Dora Bifasi è ora velato da abbondanti lacrime. Costernata, si chiede cosa possa giustificare una tale ferocia: non di certo la vendetta tardiva di qualcuno fatto arrestare decenni prima.

“E se fosse colpa mia, per aver chiesto ieri il suo aiuto nel caso del quadro rubato al Centro Culturale?” si dice a mezza voce. Quella morte appare allora ancor più assurda. A meno che...

Sempre più perplessa, Dora ricorda la sua promessa di una nota scritta, nel caso in cui... Ma qui il suo cuore non aveva improvvisamente ceduto al peso degli anni. Mani brutali avevano tentato di estorcergli chi sa quali informazioni causandogli una dolorosissima, lenta agonia.

Dopo aver pietosamente abbassato le palpebre sullo sguardo irriconoscibile del “delegato”, Dora si mette alla ricerca di un foglio, che tuttavia difficilmente poteva esser sfuggito a chi aveva buttato tutto all’aria. Anche nell’angolo-cucina piatti e tazze sono a terra in cocci.

Qualche profonda respirazione per ritrovare la calma ed ecco tornare alla mente i corsi per l’accesso ai Servizi di Sicurezza.  Se hai fretta, suddividi la scena del delitto almeno mentalmente in zone geometriche facilmente riconoscibili, fissandoti dei punti concreti di riferimento. Quindi cominciane l’analisi evitando il più possibile le contaminazioni. Tutta teoria, si dice il commissario-capo, e pensa che comunque la sua squadra farà il possibile escludendo i suoi pochi passi nel piccolo appartamento.

Urgente è ora richiedere l’intervento dei suoi agenti, con i pochi mezzi scientifici di rilevamento rimasti a disposizione dopo i sistematici ridimensionamenti dei Servizi a causa delle carenze energetiche.

Poi il suo sguardo cade su di un ripiano vuoto, dove resta solo la scatola di latta aperta dei suoi biscotti preferiti. Quelli alla vecchia maniera che il “delegato” non mancava mai di offrirle. Qualche dolcetto è rimasto, ma sul fondo non le pare di aver mai visto quel foglio ingiallito e unto. Eccola la nota che il “delegato” ha lasciato proprio per lei! Con gesti febbrili Dora lo svolge. E quel che vede conferma la sua intuizione.

 

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