Racconto della settimana

La barchetta di carta

20 settembre 2015
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Avere una spalla su cui piangere.

Non è semplice immaginare l'impatto, per una persona sensibile, di un incontro con così tante domande senza risposte.

La signora commissario accolse frau Ruth sulla porta. Vestiva un paio di pantaloni larghi e una maglietta a righe. Aveva l'aria stanca di chi ha un peso sul cuore. Si abbracciarono. Adriana non poté fare a meno di constatare la non più giovane età della signora.

Poi, lo sguardo della nuova venuta si diresse all'interno.

Fu in quel momento che lo vide:

- TOBIA!!! – gridò mettendosi le mani sulle tempie – Allora l'avete trovato! Oh, grazie a Dio! Lo sapevo, lo sapevo! -

La signora Ruth corse incontro a suo marito che, nel frattempo, sentendosi apostrofare in modo così deciso e gioioso, si era alzato dalla sedia.

- Ciao Ruth, quanto tempo! -

Adriana trasalì:

- Ma come Tobia?! Il suo nome è Erwin. Tobia è il nome del bambino scomparso, vostro figlio… -

Ruth sorrise come se stesse per raccontare la cosa più semplice di questo mondo:

- Ma Tobia ed io non abbiamo figli! Non ne sono mai venuti! -

Accarezzò la mano sinistra del marito e la strinse poi con affetto.

- Purtroppo Tobia fa così ogni volta che va in confusione. Si è inventato questo Alter Ego infantile come il suo animo. È perché non vuole crescere. Quando l'età diventa un peso si rifugia nel suo mondo. Gliel'ho già detto; mio marito è un angelo e non farebbe del male a una mosca. A Zurigo lo volevano ricoverare in una struttura "adatta". Io non ho voluto. Non si rinchiude un sogno solo perché fatto di barchette di carta. Certo lo devo curare, guardare a vista. Fin che ne sarò in grado mi occuperò io di lui -

Adriana e Lorenzi si guardarono.

- Non ci metterà nei pasticci, vero? In fondo nessuno si è fatto male -

Ruth Salomone, e di riflesso anche Tobia Salomone, sfoderò uno di quei sorrisi per i quali vale la pena appartenere al genere umano.

- Abbiamo solo creato un po' di scompiglio. Se ci sono delle spese per le indagini ci penso io. Ho un portafogli gonfio da far schifo… La prego signora Commissario, ci lasci rientrare al nostro albergo. Le prometto che da adesso ci starò più attenta -

L'appuntato stava per aggiungere qualcosa, ma Adriana Veri lo precedette.

- Chiamami Antonio Sella. Dobbiamo inventarci qualcosa; la gente dimentica in fretta -

L'agente annuì poco convinto, ma non replicò: non era lui il capo.

Ruth prese sotto braccio il suo Tobia e se lo trascinò fuori prima che qualcuno cambiasse idea. Adriana dovette reprimere una risata quando vide quel vecchio bambino dai capelli bianchi afferrare, con destrezza e nonchalance, l'ultima copia del quotidiano che Lorenzi aveva appena comprato all'edicola. Sarebbe presto diventato il suo mondo galleggiante.

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