Racconto della settimana

La barchetta di carta

15 settembre 2015
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Ecco la prima parte del racconto "La barchetta di carta" pubblicato ieri in ultima pagina. La seconda puntata la trovate sul giornale di oggi.

Al Commissario Veri toccò di occuparsi del caso del bambino scomparso. Un caso del quale avrebbe fatto volentieri a meno.

Lei era il Commissario Adriana Veri (così recitava la targhetta all'ingresso), "signora" Commissario: 38 anni, poco femminile un po' anche per scelta, molto magra, occhi e capelli scuri portati corti eppure, nonostante la descrizione, con un sex appeal di tutto rispetto.

Adriana Veri divideva l'ufficio con l'appuntato Lorenzi, persona ideale per un lavoro spesso fatto di noia e di indagini talmente irrisorie da sfiorare il ridicolo. D'altra parte la vita, in una cittadina affacciata su un lago al Sud della Svizzera, era questa e, tutto sommato, non c'era che da rallegrarsi. I casi intricati e dolorosi era meglio lasciarli decantare nelle tante, troppe, serie televisive o nei telegiornali, purtroppo specchi fedeli della assurda voglia di pazzia che attraversa tante vite.

L'appuntato Lorenzi aveva il compito di aprire l'ufficio, accendere i due computer (più un terzo posizionato nell'altro locale dove si trovava anche lo sportello per gli utenti), dare un'occhiata alla posta elettronica ed approntare la macchina del caffé. Questa operazione era un rito mattutino irrinunciabile. Leggera spolveratina superficiale, controllo dell'acqua, preparazione delle capsule nell'apposito contenitore, verifica della scadenza dei cremini, e, naturalmente, ricarica di bustine di zucchero (spesso ricuperate in vari bar della zona), bicchierini di carta e cucchiaini. Questo tutti i santi giorni lavorativi della settimana. Un rituale che, tutte le mattine, dava il via ad un'altra giornata sonnacchiosa e tranquilla. Ma non quel giorno…

Era una mattina di giugno. L'estate, all'improvviso, aveva cominciato a mettere in mostra le sue armi migliori dopo una primavera così così.

L'orologio segnava le 6 e 55. Seduto sull'unico scalino davanti all'entrata della palazzina, un uomo dall'aria stanca. Le mani rincantucciate sotto le cosce tradivano un nervosismo angosciante.

-  Buongiorno. Serve aiuto? -

- Ho bisogno di fare una denuncia per una persona scomparsa -

L'appuntato Lorenzi si grattò la testa con aria perplessa poi, senza tradire il suo stupore e con un'ammirevole naturalezza, disse:

- Venga. Ci prepariamo un bel caffé, così aspettiamo insieme il Commissario -

L'uomo si alzò e seguì docilmente l'agente. Nonostante la stanchezza e l'evidente confusione denotava determinazione e voglia di risposte. Lorenzi cercò di temporeggiare evitando di incrociare lo sguardo dello sconosciuto. Aveva un'aria perbene.

La Signora Commissario non tardò molto ad arrivare. Anche lei rimase sorpresa per quell'inaspettato inizio di giornata, anche se il peggio doveva ancora arrivare…

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