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A volte anche i Pronto soccorso si ammalano. Di stress

Dagli ospedali alle Officine Ffs. E ancora, nell’edizione di oggi la caccia di Ronco alle giovani coppie, il dramma dei migranti e i cent’anni dell’Urss

30 dicembre 2022
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Coronavirus, influenza e bronchiolite. Gli ingredienti per la ricetta chiamata ‘stress’ ci sono tutti. E lo stress, appunto, lo stanno vivendo ad ampie manciate in questi giorni i Pronto soccorso, letteralmente soverchiati di lavoro, che devono pure fare i conti, durante le festività, con le parecchie chiusure degli studi medici per vacanze. Chi opta per una consultazione in uno dei Pronto soccorso rischia dunque di dover fare i conti con lunghi tempi d’attesa: «A chi ha sintomi non troppo gravi di qualsiasi natura consiglio, nella misura del possibile, di rivolgersi al medico curante, al suo sostituto o al picchetto medico prima di fare ricorso al Pronto soccorso», è l’appello del vicecapo Area medica dell’Ente ospedaliero cantonale Mattia Lepori.

I due concerti dell’Orchestra della Svizzera italiana (il 30 ottobre 2021 e il 10 dicembre 2022) sono stati una sorta di aperitivo di quanto diventerà la quotidianità a partire dal 2026. Da quando cioè le Officine Ffs si trasferiranno a Castione e lo stabilimento industriale attualmente occupato, la cosiddetta ‘Cattedrale’ diventerà il fulcro delle attività culturali, aggregative ed espositive del nuovo quartiere di Bellinzona. Del futuro dello stabile abbiamo parlato con Patrick Walser, portavoce delle Ffs, e Mario Branda, sindaco di Bellinzona.

È morto ieri a 82 anni Pelé, il Re del calcio. Nel nostro articolo ripercorriamo la sua carriera da lustrascarpe a tre volte campione del mondo. Tra gli appassionati ancora si dibatte su chi è il migliore di sempre: in un video che vi proponiamo si vede il brasiliano anticipare tutte le giocate che abbiamo visto fare negli anni ai vari Maradona, Zidane, Ronaldo e Messi.

L’ultima immagine in arrivo dalle Canarie – tre profughi stremati aggrappati al timone d’una petroliera, sul quale sono rimasti per gli undici giorni del lungo viaggio dalla Nigeria – è solo l’ennesima rappresentazione d’un fenomeno che in realtà investe anche il Mediterraneo, e finisce – quando finisce relativamente bene – sulle coste europee. La natura plateale del tema si presta ovviamente alle strumentalizzazioni politiche, ma è altrettanto chiaro che politica dev’essere anche una soluzione a quella che non è mai stata ‘solo’ un’emergenza temporanea: si stima che dal 2013 siano annegate 25mila persone soltanto nel Mediterraneo, oltre 1’400 quest’anno. Nell’edizione di oggi ne parliamo con Claudio Bertolotti, direttore del centro di analisi strategica Start InSight di Lugano e dell’Osservatorio sul Radicalismo e il Contrasto al Terrorismo (ReaCT), oltre che fellow dell’Istituto per gli studi di politica internazionale.

Cosa resta dell’Unione Sovietica oggi? Nostalgia per la gloria che fu, sindrome di ‘Belovezh’ e soprattutto mancata analisi critica collettiva di un passato tragico caratterizzato da un oceano di sangue. Nell’anniversario della sua nascita (ufficialmente il 30 dicembre di cent’anni fa, sulle ceneri dell’impero zarista), Giuseppe D’Amato scatta un’istantanea, ingiallita, della superpotenza scomparsa nel 1991.

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