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Qualcosa si muove (ma non è la coda)

Dal Mendrisiotto, dove si parla di potenziare la A2 per far fronte al traffico, al raccordo A2-A13, passando per un inseguimento da film

9 settembre 2020
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Ci sono due nodi da sciogliere nella rete autostradale su suolo ticinese. Sì, beh... almeno due. I principali, diciamo. Il primo è quello tra Lugano e Chiasso, tratto che anche i paracarri della Tremola sanno essere particolarmente ostico per tempi di percorrenza (lunghi) e nervi degli automobilisti (tirati). Le soluzioni proposte sono state diverse negli anni, e ora, forse, si è giunti al dunque, con un progetto che ridisegnerebbe la viabilità del Mendrisiotto, con fra l'altro, tratti in galleria, terza corsia dinamica e spostamento dell'uscita da Bissone a Melano. Una soluzione che non piace però a chi a Melano ci abita. Diversi cittadini ieri lo hanno gridato (educatamente) a chi, poco distante, si era riunito per parlare della questione.

C'è poi l'eterno incompiuto: il raccordo A2-A13, ovvero il pezzo di autostrada che dovrebbe collegare l'uscita di Bellinzona sud alla rotonda dell'aeroporto di Locarno, evitando il serpentone di macchine che si forma regolarmente sulla cantonale. Ieri il Tribuinale federale amministrativo ha sbloccato un'ulteriore tappa verso la realizzazione del progetto in galleria, respingendo un ricorso contro l'attribuzione di un appalto da quasi tre milioni.

Tralasciando per una volta il Covid (tanto i contagi in Ticino e Svizzera sono comunque stabili), chiudiamo con l'inseguimento da film a Lugano e Norman Gobbi che dalle colonne del giornale (e del sito) di oggi risponde alle critiche riguardo alle pratiche per l'ottenimento dei permessi per stranieri: 'Nulla di illegale'.

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