laR 25 anni

Un altro modo di scrivere

Macchina da o per scrivere
14 settembre 2017
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Il tic tac metallico sapeva essere rassicurante. Lo scorrere del carrello, una certezza, mentre la manopola aiutava a far scivolare il foglio al suo posto: drin, a capo. A forza di due dita si spingeva sui tasti e si riusciva a trarre il meglio dalla pagina bianca. Non serviva l’abilità professionale di una dattilografa (a dieci dita) per far ‘cantare’ la macchina per scrivere. Versatile nell’utilizzo, sapeva mettersi al servizio di segretarie, aspiranti scrittori e cronisti, con amichevole fedeltà. E regalava così fiumi di parole. E se proprio proprio ci scappava il... refuso (l’errore) c’era sempre il ‘bianchetto’ a venire in soccorso.

Tic tac, un tasto dopo l’altro si aveva l’impressione di governare persino la lingua italiana, piegando ai propri voleri vocali, consonanti e punteggiatura. Plasmando il vocabolario alla bisogna: una lettera formale, una storia da raccontare.

All’inizio la conquista era stata la Olivetti Lettera ventidue, portatile. Era lei la complice di memorabili articoli a firma dei Biagi, dei Marchi, dei Montanelli. È celeberrima la foto di un giovane Indro, cappotto e cappello calzato in testa, seduto su una pila di libri a filo della strada. Classe 1950, la macchina per scrivere che ha veicolato il nome di Olivetti nel mondo è stato il primo passo nella modernità: diventava un oggetto di consumo. Oggi la si trova al ‘Museum of modern art’ di New York, esempio di design.

Da lì è stata tutta una corsa alla tecnologia. Ma lei, la macchina per scrivere, non è mai venuta meno al suo compito, né ha mai tradito chi, battendo con vigore, ne sollecitava i tasti, sperando di cavarne il capolavoro della vita. Poteva cambiare leggermente la forma, un po’ il colore e la linea, ma il risultato restava sempre quello, tra vocali, consonanti punti e virgole. Poi il grande balzo in avanti: i tasti tondi giusti per accogliere i polpastrelli si appiattiscono e si allargano, il tic tac del battere si fa meno metallico: nasce la macchina per scrivere elettrica. Una vera rivoluzione che apre la strada alla tastiera e al computer e la manda in soffitta.

Che ne resta oggi? La gag di Jerry Lewis e un dilemma linguistico. Ma si dirà macchina per scrivere o macchina da scrivere?

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