laR 25 anni

'Ciao, ti va di ballare?'

Come Vic e Mathieu
13 settembre 2017
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In alcune discoteche dei primi anni 90 ancora resisteva la tradizione del ballo lento, pur relegato in sale apposite, o dopo la mezzanotte. Erano gli atti conclusivi di un’abitudine tanto cara ad aspiranti principi azzurri e sognatrici di principi azzurri, la cui educazione sentimentale si era formata una decina d’anni prima sulle note di “Reality”, lento riempipista (oggi “strappamutande”).

In questi ultimi locali favorevoli al “ballo della mattonella” – così in origine per la tendenza a muoversi più o meno nello stesso punto (elemento chiarificatore di come la danza fosse l’ultima delle finalità) – il disc jockey (oggi “dj”), dopo ore di italodance, lanciava una compilation (oggi “playlist”) dei brani d’amore più gettonati (oggi “trendy”). In pista, gli ultimi nostalgici del ballo guancia a guancia, stretti in dinamiche di corteggiamento assai retrò. L’ora tarda e i volumi bassi consentivano di isolarsi dal mondo esterno come moderni Vic e Mathieu (i due del “Tempo delle Mele”, ma cresciuti).

Il ballo lento è sempre stato una dichiarazione bella e buona. Per i più pudici, un modo per rompere il ghiaccio; per gli amanti delle maniere spicciole, un invito sui sedili di dietro della Golf serie 3 (Auto dell’anno 1992), casistica ben descritta dagli AC/DC in un testo un po’ sessista che per rispetto delle signore non tradurremo (“The girls got rhythm, the backseat rhythm”).

Il ballo lento sopravvive oggi nelle occasioni di piazza, ricordandoci quella funzione iniziatoria tipicamente scolastica legata alle feste di compleanno, momento di gloria per i più scaltri (oggi “sgamati”), per i più timidi una vera impresa (oggi “challenge”). Poche, ma precise, le regole: le braccia di lei al collo di lui, quelle di lui ai fianchi di lei, mai troppo in basso, mai troppo in alto. E caramelle alla menta masticate per tempo. Un gesto eroico, l’invito al lento in gioventù, un rito obbligato durante il quale imparare a prendersi i primi rischi (Domanda: “Ti va di ballare?”. Risposta: “Sparisci, sgorbio”).

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