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Inchiostro a tutto gas

Inchiostro ricavato dalle PM2,5
24 giugno 2017
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Perfino l'inquinamento atmosferico può essere utile per creare opere d'arte. Già, perché il particolato emesso dallo scappamento dei veicoli può essere catturato e trasformato in inchiostro. Ci riesce il Laboratorio Graviky, una start-up di Bengaluru, che trasforma in qualcosa di inerme e addirittura utile uno dei gravi pericoli dell'era moderna: gli inquinanti emessi dagli autoveicoli.

Una equipe di tecnici industriali, esperti d’auto, informatici e appassionati di progettistica ha messo a punto un apparecchio, chiamato Kaalink, da fissare al tubo di scarico per eliminare i residui di fuliggine. Successivamente, mediante un procedimento chimico, si converte il particolato catturato in un pigmento carbonioso purificato che a sua volta si trasforma in Air-Ink.

Il dispositivo trattiene il 95% del nerofumo emesso dal motore senza provocare contropressioni sul veicolo. Kaalink è attualmente in corso di certificazione e in fase di collaudo nell'ambito di vari test pilota sulle strade del sub-continente indiano.

Da dove viene l’inchiostro?

La fuliggine consiste in gran parte di particelle di nerofumo risultanti dalla combustione incompleta dei carburanti fossili. Si tratta delle cosiddette Pm2,5 e sono seriamente in grado di compromettere la salute dell'uomo. Un problema in costante crescita ovunque, soprattutto in India. Stando a Greenpeace il 90% delle città indiane prese in esame nel corso di uno studio ha livelli di inquinamento superiori a quelli consentiti. I dati del 2015 analizzati nell'ambito dell'indagine dimostrano che 154 delle 168 città accusano un livello medio di particolato superiore al valore nazionale. In nessuna delle città la qualità dell'aria risulta in linea con le prescrizioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Delhi è risultata la metropoli più inquinata, con una media annuale di Pm10 pari a 268 microgrammi  per metro cubo (in Ticino la media è di 23, ndr.), cioè oltre quattro volte il limite di 60 microgrammi al metro cubo stabilito dalle norme National Ambient Air Quality Standards del Central Pollution Control Board.

Ecco quindi che l’idea di catturare il “problema” e  renderlo inerme e utile è affascinante. Anirudh Sharma, co-fondatore di Graviky, ci racconta di aver avuto l'idea dell’Air Ink durante i suoi studi presso il Massachusetts Institute of Technology- Media Lab quando ha realizzato una stampante che funzionava grazie alla fuligine di una candela. «Abbiamo quindi pensato di usare il fumo delle auto come pigmento di colorazione. Per la realizzazione abbiamo sentito vari progettisti, artisti, chimici e esperti del settore automobilistico. Successivamente, ci siamo fortemente impegnati per trasformare il concetto in realtà», aggiunge.

Assieme al tappo cattura-particolato, Graviky ha pure sviluppato una gamma di prodotti per l’utilizzo dell’inchiostro prodotto con i fumi del tubo di scappamento. Tra questi, pennarelli con feltrini di vario spessore, contenenti l'equivalente di residui inquinanti da 40 a 130 minuti di funzionamento di un motore diesel. In futuro, la linea ‘arte da inquinanti’ comprenderà vernici a olio, vernici da tela e vernici per esterni.

Ricerca di fondi

L'azienda è attualmente in fase di avvio del progetto mediante una campagna di crowd-sourcing mirata a consentire al pubblico di investire fondi privati a supporto di servizi o prodotti innovativi. «Sostenitori da ogni dove chiedono continuamente dove si può trovare Air-Ink per usarlo nella vita quotidiana. Ma al momento la cattura degli inquinanti è molto laboriosa ed i volumi ottenuti sono di minima entità. La campagna ci consentirà di aumentare la produzione». A brevetto ottenuto, l'azienda intende allargare la raccolta di inquinanti di altra provenienza, tra cui camini e generatori. Oltre, naturalmente a fornire i filtri Kaalink per sempre più tipi di veicoli, tra cui quelli  pesanti. «Siamo in contatto con grandi flotte di trasporto merci allo scopo di acquisire i loro residui di scarico», rileva a The Hindu Nikhil Kaushik, Direttore Graviky Labs e commercialista di professione. 

A febbraio, in un'intervista alla rivista di tecnologia Wired, Sharma ha confermato che l'azienda ha installato 75 kit e catturato circa 100 kg di particolato, sufficiente a produrre mille litri di inchiostro. «Sarà sufficiente sostituire il 15% dell'inchiostro nero del mondo con Air Ink per abbattere in modo significativo l'inquinamento atmosferico», rileva. Con i suoi filtri l’azienda avrebbe già depurato 1,6 trilioni di litri d’aria.

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