Generi di conforto - Podcast

Generi di conforto, un podcast della Regione

Da oggi Beppe Donadio, Lorenzo Erroi e Siri vi portano un podcast per distrarsi un po', dato che ce n'è un gran bisogno

31 marzo 2020
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Caro Matteo,

ci chiedi di raccontarti come passiamo queste giornate casalinghe.

Il problema principale è che questa situazione ha tolto gusto alla mia pigrizia: una volta stare sul divano a cazzeggiare era sublime, perché era tempo sottratto ad altre cose che avrei dovuto o potuto fare. Ora invece è addirittura una regola sociale: che noia. Mi tornano in mente i ‘Pensieri oziosi di un ozioso’ di Jerome K. Jerome, che ho ripreso in mano appena ieri: “L’ozio, come i baci, per esser dolce dev’essere rubato”. Ascolto il ticchettio dell’orologio in cucina, mi mangio le unghie anche se non è igienico, aspetto la conferenza stampa dalle Orsoline neanche fosse Radio Londra.

Mi sveglio che ho già voglia di litigare con mezzo mondo, e per sfogarmi faccio una corsa nel bosco, lontano da tutti. Una volta mi bastavano la cadenza dei miei passi e la natura per non pensare più a nulla, e sviluppare quel sorrisino ebete che è cifra immancabile del podista, quasi quanto le magliette attillate e le scarpe di colori improbabili. Ora invece mi serve sempre qualcosa nelle orecchie, che scacci via il ronzio di fondo dell’incertezza. Sto riascoltando molto Brunori Sas e anche Jovanotti, che è leggerino e ha il vantaggio di trasmettere bonta (“mi fido di te… mi fido di teeee….”).

Ancora più spesso, mentre annaspo su e giù per i sentieri, ascolto dei podcast: ovvero quelle trasmissioni radiofoniche che si possono scaricare da internet e sentire quando si vuole. A livello locale mi piacciono molto Modem e Moby Dick, che puoi ascoltare con la app Play Rsi. Poi ‘Tienimi Bordone’, il podcast de ilpost.it: Matteo Bordone è capace di farmi ridere e riflettere quale che sia il tema, che si tratti di giornalismo nell’emergenza o di sogliole (lo sapevi che erano pesci normali che hanno imparato pian pianino a star stesi su un fianco?). Per gli anglofoni invece c’è lo splendido ‘7 Deadly Sins’, i sette peccati capitali raccontati da Stephen Fry: attore, intellettuale, comico, capace di spingere la lingua al massimo delle sue possibilità creative. Per chi non lo conoscesse: era parte di un duo comico con Hugh Laurie, quello che poi diventò Dr. House in America. Se trovate i dvd, guardatevi il loro ‘Jeeves and Wooster’, tratto dai raccontini di P.G Wodehouse su un giovin signore scioperato (Laurie) e il suo saggio maggiordomo (Fry). Oppure leggetevi direttamente Wodehouse, tempo ne avrete.

Prima di tornare a casa dalla corsetta, mi fermo un attimo a osservare degli asinelli che stanno vicino a casa mia. Il loro ruminare – ma ruminano gli asini? Non proprio, però masticano di brutto – mi rilassa moltissimo, come una specie di ‘rumore bianco’. Anche a casa, a volte, ascolto ore di rumori rilassanti che trovo su YouTube: dieci ore di muggiti e grufolii, ad esempio, oppure la registrazione di un temporale, che va benone con un aperitivo a base di ciccioli e martini cocktail.

Aiutano anche i vinili, per chi ha un vecchio giradischi da qualche parte: il fatto di doversi alzare a girarli ogni mezz’ora mi salva un po’ dalla totale abiezione. Sonny Rollins, in questo momento, mi distrae particolarmente perché mi fa sentire in mezzo alle praterie (‘I’m an old cowhand’: sempre alle mucche ritorno, chissà perché).

Un’altra cosa che mi piace fare è leggere le poesie ad alta voce: Alberto Nessi e Guido Gozzano, soprattutto, imitando la voce di Paolo Poli. Saltello per casa tutto vezzoso declamando “Non amo che le rose che non colsi…” Oppure Ungaretti letto con la voce di Carmelo Bene, un mio vecchio cavallo di battaglia. Mary dice che dopo un po’ stufo, ma pazienza.

Invece faccio un po’ fatica a leggere cose più lunghe, non riesco a concentrarmi. Ho letto il Convitato di pietra di Puškin perché le pièce teatrali vanno giù meglio e mi pareva adatto, ma poi avevo in mano un saggio sulla Rivoluzione d’ottobre e mi sono arenato all’altezza dell’introduzione. Va meglio coi fumetti: Zerocalcare, Gipi e soprattutto Don Zauker, l’esorcista livornese (“Ego te dissolvo”); e poi i Peanuts, ovviamente.

Sul fronte del video, potrei tirarmela raccontandoti che sto ripassando tutto Bergman, ma non è vero: mi piace guardare cose sceme, filmetti come ‘Zohan’, commediole con Dolly Parton. Oppure ripesco Amici miei e i film di Verdone. O ancora, su YouTube e Facebook, i video di Educazione cinica e del Milanese imbruttito: “Taaaac!”

Adesso ti saluto. Vado a origliare qualche ruminante.

Anzi, meglio: ho parlato col Beppe, ci facciamo un podcast!

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