Curiosità

Sigarette elettroniche pericolose come le altre

È quanto emerge da uno studio che ha esposto le cellule dei polmoni a diverse fonti di nicotina

Keystone
22 febbraio 2019
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Le e-cig, quelle che 'scaldano ma non bruciano' il tabacco e le tradizionali provocano gli stessi danni alle cellule dei polmoni. Ad affermarlo è uno studio sull'European Respiratory Journal Open Research, contestato sia dai ricercatori di Philip Morris, che realizza Iqos il dispositivo 'heat not burn' testato, sia da altri scienziati.

I ricercatori dell'università della Tasmania e di quella di Sydney hanno esposto due tipi di cellule dei polmoni ai vapori delle tre fonti di nicotina per 72 ore a diverse concentrazioni, concludendo che "tutte e tre sono tossiche, e che i nuovi dispositivi sono pericolosi quanto le sigarette tradizionali".

Il risultato, rileva Manuel Peitsch, Chief Scientific Officer di Philip Morris International, contraddice quelli ottenuti da studi della stessa azienda e di ricercatori indipendenti, secondo cui Iqos riduce il rischio rispetto alla sigaretta tradizionale, anche se la stessa azienda ricorda che l'alternativa migliore è smettere totalmente. La differenza potrebbe essere dovuta alla metodologia utilizzata.

"Il primo problema della ricerca australiana è che gli autori non rivelano quante sigarette, stick di tabacco o liquido per e-cig sono stati usati per creare le soluzioni usate nell'esperimento, quindi è impossibile verificare se la dose applicata alle cellule è comparabile con quella di un uso normale. Inoltre le cellule sono esposte per tre giorni, e questo non è in linea ne con le linee guida ne con un contesto normale di fumatori".

La stessa critica è fatta ad esempio da Lion Shahab dell'University College di Londra. "Esporre le cellule al fumo o al vapore per tre giorni, come è stato fatto in questo caso, non riflette un uso realistico - scrive sul sito Science Media Centre -, e questo riguarda anche la concentrazione del fumo usato nell'esperimento, che non è pari a quella che inala l'uomo".

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