Curiosità

I primi 70 anni del principe Carlo d'Inghilterra

Pronto un documentario girato in occasione del compleanno, che cadrà il 14 novembre, dell'erede al trono

Keystone
8 novembre 2018
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"Non sono stupido". Avviato verso i 70 anni, età in cui anche i più alti funzionari dello Stato vanno in pensione, e sempre in attesa di ereditare la corona indossata saldamente da sua madre, il principe Carlo rassicura in questi termini i sudditi in una rara intervista a tutto campo concessa alla Bbc.

Nell'intervista "Charles" sfiora persino l'argomento tabù della successione, mentre prova a rintuzzare le accuse ricorrenti d'ingerenza nella vita pubblica e difende le ragioni del proprio impegno civile - a cominciare dalle ben note battaglie per l'ambiente -, non senza garantire che le esternazioni cesseranno una volta divenuto re.

L'occasione è un documentario - intitolato "Prince, Son and Heir: Charles at 70" - girato in suo onore in vista del 70esimo compleanno del 14 novembre: frutto del lavoro di una troupe che lo ha seguito per circa 12 mesi, assieme alla consorte Camilla, tentando di coglierlo in una dimensione meno distaccata del solito, anche privata, e nello stesso tempo di darne l'immagine di un uomo impegnato a tempo pieno, intensamente, al servizio della monarchia e del Regno. Insomma di un re in pectore.

Il passaggio di mano della scettro non è necessariamente imminente. Elisabetta II mostra di portare con disinvoltura miracolosa i suoi 92 anni in ogni circostanza ufficiale ed è stata finora un punto di riferimento troppo popolare - certo più popolare di Carlo - per pensare di poter abdicare. Tanto meno fra gli incerti della Brexit. Non è detto tuttavia che qualcosa non cambi nel prossimo futuro: in fondo qualche passo indietro istituzionale in favore dell'ormai stagionato primogenito Sua Maestà lo ha già fatto, a cominciare dal Commonwealth.

Carlo si guarda d'altronde bene dallo sgomitare. Ed evoca il diritto alla successione - intangibile nel contesto attuale, a meno che non fosse lui stesso un giorno a rinunciarvi a vantaggio del figlio William - solo al condizionale. La sensazione è comunque che non abbia messo affatto da parte la speranza, l'aspettativa di poter essere messo infine alla prova.

"Io penso - nota l'erede al trono britannico - che sia essenziale ricordare come ci sia spazio per un solo sovrano alla volta, non due. E che non puoi comportanti come un re quando sei il principe di Galles". Nel contempo "l'idea di andare avanti" con le esternazioni "se dovessi arrivare alla successione sarebbe una completa assurdità, poiché le due situazioni sono totalmente diverse". Quindi niente campagne pubbliche una volta sul trono, gli viene chiesto? "No, non sono così stupido", è la risposta accompagnata da un mezzo sorriso.

La parola "interferenze", nota l'autore del documentario John Bidcut, non risulta del resto gradita al principe, che preferisce parlare di "azioni motivanti". Azioni imputategli peraltro in passato come inopportune, talora, e che hanno finito per pesare sulla sua figura più dello sbiadito ricordo delle turbolenze matrimoniali con la rimpianta lady Diana.

Nel corso degli anni i passi falsi, veri o presunti, hanno riguardato non tanto i prediletti temi ambientali, quanto la promozione pubblica di uno stile architettonico tradizionale o quella, ancor più controversa, dell'omeopatia. Ma pure sospetti tentativi d'influenzare progetti di legge, di accedere a documenti politici riservati, persino di dar copertura - inconsapevole, giura la corte - a un vescovo anglicano vicino alla casa reale smascherato più tardi da denunce di pedofilia.

Macchie da cui è stato in grado di non farsi travolgere. E che però adesso, di fronte a un trono forse meno inafferrabile, sarà bene allontanare una volta per tutte.

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