L'INTERVISTA

Oliver Blume (Porsche): nel futuro con passione

Il CEO di Porsche illustra sviluppi e strategia del prestigioso marchio sportivo

Originario di Braunschweig in Sassonia (Germania) ed entrato in seno al Gruppo VW dal 1994, Oliver Blume presiede il Consiglio di Amministrazione Porsche AG dal 2015
24 agosto 2020
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Approdato nel 2015 al vertice di Porsche AG in qualità di CEO, Oliver Blume si è trovato a guidare la rapida accelerazione del panorama automobilistico verso i temi dell’elettrificazione e, più in generale, di un approccio alle quattro ruote in profonda e rapida mutazione. Che però, in casa Porsche, non può mai prescindere dall’amore incondizionato per la guida: partiamo da qui.

Come sarà possibile mantenere e sviluppare lo specifico DNA Porsche impiegando i motori elettrici, così simili a quelli di altri produttori per silenziosità e accelerazione?

“A molti della mia generazione piace ancora il tipico suono dei motori a sei o a otto cilindri, perché abbiamo imparato che può essere equiparato all’accelerazione e alla dinamica di marcia. In futuro, invece, i nostri figli non assoceranno più un motore ruggente alla potenza di un veicolo. La valutazione del suono sta cambiando. Tuttavia, una potenza continua elevata, le riserve di accelerazione e la riproducibilità per la richiesta di potenza continueranno a essere caratteristiche essenziali, specialmente per una Porsche. Il propulsore rimane una caratteristica distintiva anche se elettrificato”.

Come vede il business model di Porsche sul fronte dell’elettromobilità e delle emissioni zero?

“Ragioniamo in termini di opportunità. E ovviamente le nuove tecnologie richiedono sempre coraggio. Alla Porsche abbiamo da sempre avuto una buona dose di spirito pionieristico, mettendoci costantemente in discussione, aprendo nuove strade e dando forma con successo al futuro dell’auto sportiva. Porsche è sempre rimasta la stessa proprio perché è sempre cambiata: personalmente, io sostengo in pieno l’elettromobilità. Abbiamo preparato questo percorso ancor prima che iniziassero le discussioni sulla tutela del clima”.

La prima Porsche elettrica, la Taycan, è una berlina sportiva, mentre vanno per la maggiore Suv e crossover. Perché questa scelta?

“Abbiamo deliberatamente scelto questa tipologia di carrozzeria: la Taycan è una vera auto sportiva che combina i geni tipici di Porsche con il suo eccellente coefficiente aerodinamico e con la più elevata dinamica di marcia. Ora che ci confrontiamo anche con un concorrente puramente dedito ai veicoli elettrici come Tesla, posso affermare che lo standard di riferimento per Porsche rimane unicamente Porsche, e che la percezione da parte del pubblico resta più che mai positiva. Ad esempio, siamo stati in grado di aumentare significativamente il valore del nostro marchio, come mostra la classifica «Brand Finance Global», secondo cui la nostra valutazione è cresciuta del 15% dal 2019 al 2020. In realtà, noi sviluppiamo i nostri prodotti tenendo conto del nostro portafoglio e dei nostri clienti, indipendentemente dagli altri produttori. Ho un grande rispetto per quel che ha realizzato il fondatore di Tesla, Elon Musk, che con le sue innovazioni ha fatto realmente avanzare l’elettromobilità. Noi di Porsche siamo tuttavia degli sportivi che provengono dal circuito: abbiamo 70 anni di esperienza su come far viaggiare velocemente un’auto in curva, e apprezziamo ogni competizione”.

Qual è il futuro degli ibridi plug-in? E qual è la posizione di Porsche in merito alla tecnologia delle celle a combustibile a idrogeno?

“Stiamo puntando su una triade di tecnologie di trazione. Ovvero su motori a benzina altamente emozionali, potenti ibridi plug-in e propulsori a trazione puramente elettrica. Come trazione del futuro, l’elettromobilità con accumulatori a batteria ha la massima priorità, perché è già pronta oggi per il mercato. La nostra seconda priorità sono i carburanti sintetici, perché è lì che intravediamo anche un grande potenziale per tutte le vetture esistenti. Tuttavia, oggi i carburanti sintetici sono ancora troppo costosi. Crediamo invece meno nella cella a combustibile come opzione per le auto sportive, piuttosto è adatta per i veicoli pesanti. La generazione di idrogeno è complessa, il trasporto e lo stoccaggio sono costosi e inoltre la tecnologia è poco efficiente e richiede grande quantità di spazio”.

Per quanto tempo avremo ancora i motori a combustione? Dobbiamo aspettarci a un certo punto una 911 elettrica?

“I propulsori convenzionali continueranno ad avere un posto stabile nella nostra strategia di prodotto. L’icona 911, in particolare, rimarrà ancora a lungo con un motore a combustione e manterrà il proprio ruolo di pioniere quando si tratta delle competenze chiave di Porsche: vale a dire propulsore, telaio e dinamica di marcia. Alla fin fine, è anche il cliente a decidere quali prodotti desidera guidare, e per quanto tempo”.

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