Auto e moto

DBS Superleggera, Sua Maestà Gran Turismo

La stupenda coupé di punta cattura gli sguardi e morde l’asfalto. Per viaggi e sportività esclusivi

Scultura su quattro ruote, grazie a linee e proporzioni irresistibili, la DBS Superleggera raccoglie il testimone dalla Vanquish S al vertice delle coupé Aston Martin.
8 agosto 2020
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Tra le auto “speciali”, Aston Martin incarna da sempre l’essenza più intensa, classica e senza tempo della Gran Turismo sportiva: prima ancora di parlare di prestazioni, qui entrano in gioco suggestioni che vanno alle radici della passione a quattro ruote. Accostarsi alla nuova ammiraglia della Casa, la DBS Superleggera chiamata a sostituire la Vanquish S, instilla dunque brividi già nell’osservarne le forme particolari, così moderne e al tempo stesso tradizionali nella certosina proporzione di ogni volume della sinuosa carrozzeria, scolpita per suggerire armonia, potenza, eleganza: altre “hypercar” sono certamente più aggressive ed avveniristiche, anche sullo stretto piano tecnologico, ma questa ipnotizza gli sguardi come poche. La DBS è grande e, dal vero, appare ancor più imponente, mordente, “accucciata” per aggredire la strada: non arriva a 1,3 metri in altezza ma sfiora i 2 metri in larghezza e, da paraurti a paraurti, traguarda i 4,71 metri. Uno spettacolo per gli occhi.

Per conservare la necessaria eleganza, così “british”, posteriormente non vi è alcuna ala apparente, in realtà nascosta dal raffinato sistema Aeroblade con spoiler integrato nel cofano motore alimentato da due condotti; in combinazione all’estrattore posteriore garantisce un carico verticale di 180 kg ad alta velocità. La struttura portante della vettura, in alluminio, deriva da quella della DB11, mentre l’architettura meccanica conserva la consueta disposizione transaxle con motore longitudinale anteriore e cambio-differenziale in blocco sull’asse posteriore, in modo da ottenere la più omogenea distribuzione dei pesi. Sotto il cofano troviamo il possente V12 inglese di 5.2 litri, sovralimentato con una coppia di turbocompressori, mentre il cambio è l’automatico ZF a otto rapporti.

Brividi all’accensione che proseguono nei primi chilometri, con il borbottio rauco e profondo, ma quasi vellutato, che accompagna una marcia docile e confortevole come ci si attende da una GT di questo rango; in effetti, la Superleggera – denominazione che rende omaggio alla omonima Carrozzeria Touring Superleggera che disegnava le Aston degli anni ’60-’70 – vanta una comodità di marcia invidiabile, armoniosa e ben isolata dall’asfalto irregolare con le sospensioni regolabili in modalità “soft”. Gli oltre 700 cavalli vanno trattati coi guanti ma la DBS permette un approccio molto progressivo con la velocità, sia in accelerazione – a pieno gas la spinta incolla il corpo al sedile – sia in curva: è una sportiva molto capace, che con assetto irrigidito permette cambi di direzione decisi e mordenti combinati alla necessaria precisione e sensibilità. Il tutto gestibile con tocchi ridotti sul volante e movimenti del corpo vettura avvertibili ma sempre ridotti e coordinati, che permettono di “assaporare” l’aderenza trasversale senza sorprese. Tanto che la vettura risulta in certo modo “facile” anche disattivando i controlli di trazione; chiaramente, le reazioni si fanno via via più immediate e serve sempre un elevato autocontrollo per padroneggiare in sicurezza un tale potenziale.

Sportiva ma non estrema, la coupé ammiraglia di Aston Martin riserva in verità anche qualche neo nella gestione dell’acceleratore elettronico e nella risposta del cambio: il primo non del tutto coerente perché risponde in maniera leggermente diversa, a parità di pressione, a seconda della situazione e della marcia innestata, cosicché ci si può trovare con minor precisione di dosaggio; il secondo leggermente pigro in scalata. Lo stesso V12, pirotecnico ai regimi bassi ed intermedi, agli alti perde invece un po’ di coesione e di carattere, con un “sound” meno coinvolgente. Ma è vero che al di là di queste messe a punto certamente perfettibili, la DBS Superleggera resta un’auto da viaggio veloce da sogno, quale ce la si attende. Anche nell’abitacolo, semplice ma ben pensato e molto accogliente, cona la giusta libertà di movimento per i due passeggeri principali. Finiture e materiali sono di prim’ordine, seppur anche qui mostrando piccoli dettagli meno curati, come nel caso delle bocchette di aerazione. Quasi perfetta, insomma, questa Aston di vertice; tenendo fede anche in questo alla tradizione delle costruzioni inglesi

Scheda Tecnica

ModelloAston Martin DBS Superleggera
VersioneCoupé
MotoreDodici cilindri a V, biturbo, 5.2 litri
Potenza, coppia725 cv, 900 Nm
TrazionePosteriore
CambioAutomatico a otto rapporti
Massa a vuoto1’693 kg
0-100 km/h3,4 secondi
Velocità massima340 km/h
Consumo medio12,3 l/100 km (omologato)
Prezzo306'270 Chf
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