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La rana che ama crogiolarsi al sole

La piccola rana della foresta tropicale passa gran parte della sua vita sonnecchiando in cima agli alberi.

La piccola rana che vive nella foresta tropicale © Derek Z/Moment Open/Getty Images
17 novembre 2018
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Se devi proteggere la pelle dai raggi del sole, allora potresti invidiare una piccola rana della foresta tropicale che si chiama Phyllomedusa sauvagii. Questo anfibio vive nella regione del Gran Chaco in Sudamerica (tra l’Argentina, il Brasile, la Bolivia e il Paraguay) e trascorre la maggior parte della vita sulle cime più alte degli alberi, dove sonnecchia per ore e ore sotto il sole cocente. Quasi tutte le rane non sopportano dei bagni di sole così lunghi, visto che i raggi asciugherebbero la loro pelle porosa, che deve rimanere sempre umida. Ma questa regola non vale per la nostra rana. La Phyllomedusa sauvagii produce una sostanza cerosa che ricopre la sua pelle con uno strato protettivo – in pratica, la protezione solare a forma di rana. Basti pensare che non scende quasi mai dall’albero, nemmeno per deporre le uova. Appena deposte, infatti, le arrotola all’interno delle foglie e le posiziona sopra a un lago. Appena le uova si schiudono, i girini cadono in acqua e iniziano la loro vita.

COP14 sulla biodiversità

Oggi ha inizio la Conferenza sulla biodiversità in Egitto (COP14), che è incentrata sul titolo “Investire nella biodiversità per gli esseri umani e il pianeta”. Per due settimane, esperti, politici, scienziati e ambientalisti affronteranno i temi economici cruciali: energia, industria mineraria, infrastrutture, produzione e lavorazione, così come salute. Obiettivo dei delegati? Trovare delle soluzioni per accelerare gli sforzi di tutti i 195 Paesi firmatari. I primi obiettivi, infatti, dovrebbero essere raggiunti entro il 2020. E la Svizzera è in ritardo. Lo conferma lo stesso Consiglio federale in un comunicato stampa, scrivendo: “I progressi insufficienti compiuti in materia di protezione della biodiversità compromettono anche il raggiungimento degli obiettivi dell’Onu per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, Sdg). La Svizzera ritiene siano necessari provvedimenti urgenti per accelerare l’attuazione del Piano strategico e si impegnerà per renderla più efficiente”.

Avviata nel 1992 nell’ambito del famoso Summit della Terra di Rio de Janeiro, la Convenzione sulla diversità biologica è una delle più importanti priorità a livello globale. Nei suoi 26 anni di vita, ha portato avanti un’azione globale per salvaguardare la biodiversità e contribuire al benessere di tutta la vita.

I prossimi due anni saranno cruciali per capire se si è riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati in passato e cosa si dovrà fare subito dopo il 2020. Quegli accordi dovranno essere adottati a Pechino, in Cina, fra due anni, così come l’accordo di Parigi del 2015 per il clima. Una delegazione del WWF Svizzera prenderà parte all’evento, anche perché il nostro Paese è tra quelli che ha perso il maggior numero di biodiversità negli ultimi decenni e che ha un numero elevato di animali e vegetali a rischio estinzione.

Quattro i punti cruciali da affrontare: 1) Pianificazione del territorio e delle aree protette. L’idea è quella di scambiarsi esperienze, successi e insuccessi relativi alle aree protette e su che tipo di misure supplementari vadano adottate. 2) Gestione sostenibile della fauna selvatica. 3) Biodiversità marina e costiera: anche in questo caso si valuteranno le esperienze raccolte sull’integrazione della biodiversità nella pesca, attraverso un approccio eco-sostenibile verso quest’attività. E infine: 4) Mobilitazione delle risorse e meccanismo finanziario. Esiste una linea guida su come investire i finanziamenti nella biodiversità. L’importante, infatti, è selezionare e progettare in maniera efficace, per velocizzare i successi. 

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