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Il mondo del panda rosso

Oggi vi portiamo con noi in viaggio verso l’India, tra le montagne dell’Himalaya

14 aprile 2018
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Oggi vi portiamo con noi in viaggio verso l’India, tra le montagne dell’Himalaya. Ci troviamo nello Stato federato dell’India Sikkim, posizionato tra Nepal, Cina e Buthan. Quasi un terzo di questo territorio è coperto da neve e ghiaccio perenni. La nostra meta si trova a quote più basse, si fa per dire, a 3’000 metri di altitudine nelle foreste sui pendii in cui vivono i panda rossi. Il sentiero per raggiungerle è molto ripido, la strada si fa sempre più stretta e accidentata. Gli sforzi vengono però ricompensati da un panorama mozzafiato: qui, come alle nostre latitudini, oltre a imponenti querce, abeti e felci, nella foresta crescono anche i rododendri, e quando fioriscono in primavera tutto risplende di rosso. Ci sono numerosi uccelli e farfalle ma il Sikkim è famoso anche per le sue orchidee, molti appassionati sognano un viaggio in questa regione per ammirarne le varietà e per la moltitudine di piante medicinali che crescono a queste latitudini. È qui che vive l’animale di cui vogliamo parlare oggi: il panda rosso. Per quest’animale la pianta più importante, come per il panda gigante, è quella di bambù di cui è ghiotto. Il nome “panda” deriva dal nepalese “ponya”, che significa “mangiatore di bambù”, ecco spiegato perché portano entrambi lo stesso nome. Il manto di quello rosso però, come suggerisce il nome, è rossastro. Si tratta di uno stratagemma, vista la vegetazione, per non essere individuato con tanta facilità.

Il panda rosso è stato scoperto ben 48 anni prima del panda gigante. Duecento anni fa, un ricercatore di ritorno da un suo viaggio aveva raccontato della presenza di un animale dalla pelliccia color  rosso fuoco, ai suoi occhi era “il mammifero più bello del mondo”. A nessuno era però chiaro in quale categoria classificare il panda rosso. Questo ha portato a una serie di nomi che vanno da “volpe di fuoco” a “orso-gatto rosso”, ma con i gatti il panda rosso ha davvero poco in comune. Infatti, appartiene ai procionidi ed è più simile a procioni e nasua rossi.

Il panda rosso è generalmente un animale solitario e tranquillo che delimita il suo territorio con escrementi, urina e sostanze odorose. In inverno, durante il periodo di accoppiamento, inizia improvvisamente a cercare compagnia. Il maschio si trasforma in un vero e proprio cantante che fa serenate d’amore per conquistare la femmina, ma subito dopo l’accoppiamento i due si separano andando ognuno per la propria strada. Dopo 4-5 mesi la femmina cerca la cavità di un albero o la fenditura di una roccia che rivestirà con foglie, erba e ramoscelli nella quale nasceranno da uno a quattro cuccioli. Alla nascita i piccoli hanno già il pelo ma sono ancora ciechi, apriranno gli occhi solo dopo due settimane e mezzo e usciranno dalla tana circa tre mesi dopo. Mentre i cuccioli vanno alla scoperta dei dintorni, la madre veglia su di loro nelle immediate vicinanze finché raggiungono sei mesi d’età, dopodiché fa loro capire  che non li vuole più accanto a sé, e così i piccoli devono cercarsi un proprio territorio.

Congo, uccisi altri eroi

Continuano a morire gli eroi della natura nel Parco Nazionale dei Vulcani Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo. Lunedì sono stati uccisi 5 ranger e una guida. La strage più grave da quando esiste il parco. Un sesto ranger è stato ferito gravemente e attualmente è sottoposto alle cure. Tutte le vittime erano giovani tra i 22 e i 30 anni.

Nella difesa del Parco, con un aumento negli ultimi 20 anni, hanno perso la vita 175 ranger: uomini straordinari che hanno dedicato la loro vita alla difesa di un vero e proprio patrimonio naturale che accoglie nei propri confini alcuni degli ultimi rarissimi gorilla di montagna. Sono molti gli interessi economici che si scontrano con la loro conservazione: il bracconaggio così come l’uso criminale di altre risorse naturali (la legna delle foreste dei vulcani viene illegalmente trasformata in prezioso carbone) servono a finanziare una criminalità diffusa spesso collegata agli interessi dei signori della guerra.

Emmanuel De Merode, direttore del Parco e lui stesso ferito in un attentato due anni fa, ha dichiarato: «Virunga ha perso degli uomini straordinariamente coraggiosi che erano profondamente impegnati a lavorare al servizio delle loro comunità. È inaccettabile che i ranger di Virunga continuino a pagare il prezzo più alto in difesa del nostro patrimonio comune e siamo devastati dal fatto che le loro vite siano state interrotte in questo modo».

Il Parco Nazionale dei Vulcani Virunga è la più antica area protetta africana, nata nel 1925 per difendere una biodiversità straordinaria tra cui un’importante popolazione degli ultimi 880 gorilla di montagna. Il WWF è impegnato a sostenerne il Parco Nazionale del Virunga con progetti rivolti alle comunità locali e alla protezione di specie e habitat sin dal lontano 1960.

La protezione di questi 780 km quadrati di foreste e savane, vulcani attivi e laghi, dove vivono gli straordinari gorilla di montagna è da sempre la sfida di persone eccezionali. Fra queste montagne avvolte nella nebbia trovò la morte (uccisa molto probabilmente dagli stessi bracconieri che tentava di combattere) Diane Fossey, segnando l’inizio di una lunga battaglia contro interessi criminali che mirano alle molteplici risorse naturali del Parco. Proprio per difendere il Parco del Virunga dalle estrazioni petrolifere, il WWF lanciò nel 2014 una campagna di denuncia, ottenendo l’impegno del governo e delle compagnie petrolifere a rispettare il santuario del gorilla.

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