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C’è speranza per la testuggine d’acqua

Correva l’anno 2003 quando il WWF Svizzera italiana iniziò a interessarsi della testuggine d’acqua

17 febbraio 2018
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Correva l’anno 2003 quando il WWF Svizzera italiana iniziò a interessarsi della testuggine d’acqua, nome comune dell’Emys orbicularis (conosciuta anche come tartaruga palustre), una delle numerose specie Smeraldo – d’importanza europea – presente sul nostro territorio, ma di cui si conosceva ben poco. La specie era ritenuta ormai scomparsa a Sud delle Alpi. L’idea di dire addio a questo animale ancestrale proprio non piaceva al WWF e – su iniziativa di due biologi attivi in seno al comitato – prese forma il Gruppo di lavoro Emys Ticino, che in poco tempo riuscì a far nascere un progetto di ricerca sul campo. Negli anni 2005 e 2006 vennero posate delle nasse negli ambienti ritenuti più interessanti: le Bolle di Magadino e i laghetti di Origlio, Muzzano e della Colombera a Stabio. I risultati di questa prima ricerca furono sorprendenti: non solo la specie risultò ancora presente, ma la popolazione più importante (17 individui) fu trovata dove meno era attesa: nello stagno della Colombera. Grazie all’entusiasmo suscitato da questa prima ricerca fu possibile finanziare uno studio più approfondito presso la Colombera, dove 5 individui furono catturati e muniti di una minitrasmittente. Le informazioni raccolte sono risultate preziose per conoscere gli ambienti frequentati, le esigenze della specie e i pericoli, costituiti principalmente dagli spostamenti negli ambienti agricoli. Il recente decreto di protezione del comparto Molino-Colombera ha tenuto conto di queste esigenze e le misure contenute permetteranno di meglio tutelare questa piccola popolazione. Nel frattempo una prima valorizzazione del biotopo Pra Vicc, frequentato dalle Emys, è già stata eseguita nel 2014 dall’Ufficio cantonale natura e paesaggio. Nel corso di quest’anno sono previsti ulteriori interventi di valorizzazione da parte dei comuni di Mendrisio e Stabio. Questi sforzi da soli non permetteranno però di salvare la popolazione di testuggini d’acqua in Ticino. Pertanto, sin dal 2009 si è dato inizio all’idea di una stazione di riproduzione per le Emys. Il luogo ideale è stato trovato alle Isole di Brissago, dove un piccolo stagno è stato ampliato e adattato alle esigenze di questa piccola tartaruga. Gli sforzi sono stati premiati sin da subito, con la nascita delle prime sette tartarughine nell’autunno del 2013. L’intento è di rilasciare le tartarughe nate alle isole presso le Bolle di Magadino e lo stagno della Colombera, per rinforzare le due piccole popolazioni presenti. Per poter attuare questa fase finale è stata presentata la richiesta di autorizzazione all’Ufficio federale dell’ambiente. Attendiamo quindi con impazienza luce verde da Berna per compiere questo ultimo passo e ridare speranza al futuro di questa simpatica specie nella nostra regione.

Un abitante “antico”

Una femmina adulta cerca un luogo al riparo dalle inondazioni e ben esposto ai raggi del sole dove, aiutandosi con le zampe posteriori, durante la notte scava una buca profonda alcuni centimetri in cui depone le uova. Nel buio totale, due mesi dopo, una piccola creatura di solo qualche grammo rompe per prima il guscio sottile con il suo “dente dell’uovo” per ritrovarsi nel nido scavato dalla madre.

È la testuggine d’acqua, riconoscibile normalmente dalla pelle e dal carapace ovale di color scuro, ornati da striature e punteggiature gialle. Il sesso dei piccoli dipende dalla temperatura d’incubazione: le femmine si formano con temperature sopra i 28 °C e una volta cresciute si differenziano dai maschi per le dimensioni più grandi e la coda più corta. L’esemplare adulto può raggiungere il chilo di peso e una dimensione che varia fra gli 11 e i 19 cm.

Pur essendo un rettile ha la curiosa capacità di trascorrere molto tempo sott’acqua, dove prima passa la maggior parte dell’inverno in ibernazione e poco dopo, con l’aumento delle temperature, avviene l’accoppiamento. Sempre sott’acqua caccia le sue prede – vertebrati, anfibi, vermi e insetti – e si ciba di piante acquatiche.

La testuggine palustre – specie sparsa in tutto il continente e oltre, dal Nord Africa fino alla Lituania – nel nostro Paese è l’unica autoctona, presente sin dal lontano Neolitico. È spesso osservabile anche in Ticino negli stagni delle Isole di Brissago, della Colombera e delle Bolle di Magadino, mentre prende il sole – fenomeno di termoregolazione – su un tronco galleggiante. Ha infatti bisogno di un ambiente acquatico di qualità, caratterizzato da acque tranquille e da vegetazione ripuale rigogliosa.

A causa del suo alto rischio d’estinzione, il rettile è inserito non solo nella Lista Smeraldo, ma anche nella Lista Rossa degli animali minacciati ed è considerato ‘specie severamente protetta’. Le zone umide elvetiche, dove ancora trova rifugio, si sono decimate come diretta conseguenza di bonifiche, nuove strade e insediamenti, con il risultato che solo il 10% è ancora salvo.

La principale minaccia della testuggine d’acqua è proprio il degrado ambientale, sia per la sparizione del proprio habitat naturale sia per l’inquinamento: la sua presenza è infatti un indicatore di salute dell’ecosistema.
Il WWF – in collaborazione con la Fondazione Bolle di Magadino, il Museo Cantonale di Storia naturale, la Pro Natura Ticino e la Pro Tartarughe Svizzera italiana – si impegna nella protezione della specie. E.D.

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