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Salviamo gli squali

Le organizzazioni mondiali addette alla protezione degli oceani oggi celebrano lo “Shark Awareness Day”

( © WWF-Hong Kong / Tracy Tsang )
14 luglio 2018
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Le organizzazioni mondiali addette alla protezione degli oceani oggi celebrano lo “Shark Awareness Day”: è una giornata dedicata alla sensibilizzazione, che nasce per ricordare quanto lo squalo sia importante per l’ecosistema marino. Questo predatore fa paura, ma allo stesso tempo affascina. È un cacciatore perfetto, che praticamente non ha nemici in natura. A parte noi esseri umani. Lo cacciamo per le sue pinne, da cui ricavare delle zuppe, e per i suoi denti, con i quali fabbricare medaglioni, orecchini e braccialetti. Ogni anno vengono uccisi 100 milioni di squali, come se gli oceani potessero vivere senza questa maestosa creatura. Esistono 465 specie diverse e popolano i nostri mari da oltre 400 milioni di anni (c’erano prima dei dinosauri). Siamo veramente pronti a vivere in un mondo senza squali? Cosa puoi fare tu: se vai all’estero non acquistare oggetti ricavati da parti dello squalo e non mangiare la zuppa fatta con la sua pinna.

La luce che porta speranza

Quando la luce, l’acqua, l’alimentazione sono disponibili 24 ore su 24 con un semplice click, aprendo il rubinetto o il frigorifero, è facile dimenticare come sarebbe la vita in loro assenza. È facile dare per scontato ciò che abbiamo.

Qualche settimana fa mi sono recato in Kenya e in Uganda.

Ho incontrato alcune comunità locali, altre organizzazioni internazionali, politici e ho visitato alcuni progetti del WWF. Nel 2016, in Kenya – secondo i dati della Banca Mondiale – circa il 56% della popolazione aveva accesso all’elettricità.

Si tratta di una delle percentuali più alte in Africa. In Uganda, la percentuale scende al 27%, mentre a nord nel Sudan meridionale non supera il 9%.

Questi numeri ci fanno capire la portata della sfida che dobbiamo affrontare nelle zone più povere dell’Africa. Durante una visita presso il villaggio di pescatori di Hamukungu sul lago Giorgio e il villaggio di Kitabu (entrambi nel distretto di Kasese in Uganda, a meno di 20 km dalla rete elettrica principale), ho capito la portata dell’opportunità che abbiamo.

La luce arriva a Kitabu Village

Reportage di Manuel Pulgar-Vidal, ex ministro dell’Ambiente del Perù e ora responsabile della campagna clima ed energia del WWF International

La scuola elementare di Kitabu, che dista 16 km dalla rete elettrica principale, sta godendo dei benefici dell’elettrificazione dopo l’installazione del sistema solare nella scuola. Il progetto ha permesso a circa 700 studenti di studiare dopo il tramonto. Appena una settimana dopo l’installazione dei pannelli solari, la scuola – che prima era solo diurna – ha allestito una zona ‘serale’. La scuola è diventata un centro per l’intera comunità, fornendo luce e regalando la speranza ai genitori che le prestazioni scolastiche dei loro figli possano migliorare, avendo più tempo a disposizione per leggere e studiare.

Il potere arriva al centro sanitario di Hamukungu

I pannelli solari sono stati installati anche in un grande progetto che fornisce energia al Centro Sanitario di Hamukungu. La clinica ha dimostrato quanto l’elettricità sia importante per la salute della popolazione locale. I frigoriferi consentono la conservazione di vaccini e di altri farmaci vitali.

Grazie all’illuminazione i neonati possono essere partoriti di notte; prima, le gestanti, se avevano bisogno di aiuto per il parto, erano costrette ad aspettare la luce del giorno, altrimenti dovevano cavarsela da sole. Prossimamente, il centro sanitario sarà inoltre dotato di microscopi per analisi di laboratorio volte a garantire una corretta diagnosi delle malattie e di un computer per l’archiviazione dei dati, il monitoraggio futuro e il follow-up dei casi.

Isaiah Owiunji, coordinatore del programma per il clima e l’energia del WWF in Uganda, afferma che il WWF installerà pannelli solari in 20 centri sanitari simili e in 47 scuole primarie e secondarie in tre distretti modello di Kasese, Masindi e Arua. Questi distretti modello, che fungono da ‘campioni’ per raggiungere il 100% di accesso all’energia in Uganda, sono sparsi in tutta la regione settentrionale dell’Albertine Rift – una regione nota per la sua ricca biodiversità a livello globale. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di 6 minigriglie solari in grado di collegare fino a 1’000 famiglie e 200 imprese per migliorare i mezzi di sussistenza. Inoltre, più di 17’000 famiglie beneficeranno dei sistemi solari domestici.

Alimentazione per telefoni cellulari

Forse l’impatto più profondo e duraturo dell’elettrificazione è sulle prospettive economiche della popolazione locale. In un continente così povero di infrastrutture fisse, il telefono cellulare è diventato molto più di un mezzo di comunicazione vocale: è sempre più utilizzato per il mobile banking, per fornire accesso alla microfinanza e a una serie di servizi e mercati. Senza un mezzo per ricaricare questi telefoni, tuttavia, molte strade per la partecipazione economica e la riduzione della povertà sono chiuse.

Gran parte del mio lavoro, come ministro dell’Ambiente (fino al 2016), negoziatore per il clima e attivista per l’ambiente, consiste nell’unire i punti, creare connessioni tra persone e pianeta.

In nessun luogo queste connessioni sono più chiare e vitali del tipo di progetto rappresentato da Kitabu e Hamukungu. Questa esperienza è stata ben articolata da Isaia quando ha detto: ‘I momenti appaganti nella mia vita sono quando vedo che i piccoli contributi che diamo alla nostra gente cambiano la loro vita in modo permanente’.

Più finanziamenti possono fare la differenza

Questi progetti contribuiscono a raggiungere tutti i risultati dello sviluppo sostenibile: riduzione della povertà, buona salute e istruzione, energia pulita e azione per il clima. Promettono effetti moltiplicatori, creando circoli virtuosi di crescente prosperità, autosufficienza e sicurezza. Essi sono tuttavia cronicamente sottofinanziati. Molti governi del continente continuano a concentrarsi maggiormente sull’estensione delle reti elettriche, avvantaggiando gli abitanti delle città e le aziende di servizi pubblici tradizionali rispetto alle comunità rurali. Ma, come ha scritto recentemente Guarav Dahal, un collega in Nepal, tali connessioni sono costose, inaffidabili e spesso basate sulla produzione di energia da combustibili fossili inquinanti.

Il potenziale di trasformazione dei progetti di elettrificazione delle energie rinnovabili nelle zone rurali in luoghi come Kitabu e Hamukungu è davvero stimolante. Questi progetti hanno il potenziale per cambiare la vita, responsabilizzare gli individui e fornire un futuro migliore per la prossima generazione. Essi sono degni del nostro sostegno e di maggiore attenzione da parte dei governi, delle Ong e dei donatori.”

Abdul Aziz (nella foto) è uno degli studenti keniani che ora può studiare più a lungo grazie ai pannelli solari finanziati dal WWF. Ama la matematica e da grande sogna di fare il pilota. Nel tempo libero gioca a calcio con i compagni di classe ed è felice di non dover più usare le candele al kerosene per leggere la sera, anche perché la sua famiglia non poteva permettersi di sprecarne troppo. Con il passare del tempo queste lampade fanno male alla salute, soprattutto a quella dei più piccoli. Abdul, che ha anche un fratello e una sorellina, non vede l’ora di superare l’esame di stato per proseguire con gli studi.

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