L'analisi

Effetto Bergoglio

22 settembre 2015
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Lo chiamano “the Francis effect”: la speranza che papa Bergoglio possa avere un impatto sulla Chiesa cattolica statunitense e più in generale sulla società americana. L’arrivo del pontefice a Washington, dove – primo Papa nella storia – si esprimerà di fronte alle camere riunite del Congresso, suscita un’attesa senza precedenti. “Ci aspettiamo il più grande raduno in assoluto nella storia della capitale, un bagno di folla da primato”, ci ha rivelato il reverendo John O’Malley, uno dei maggiori teologi gesuiti americani. Di fatto, negli oltre due anni di pontificato, l’effetto Francesco non si è ancora manifestato. La Chiesa cattolica, pur rimanendo la prima denominazione religiosa del paese (21% circa della popolazione) sta subendo da anni una forte emorragia di fedeli e di vocazioni, complice lo scandalo di pedofilia che ha colpito numerose diocesi dissanguandone le finanze. Secondo i dati del Center for Applied Research in Apostolate, 3500 delle 17500 parrocchie non hanno un prete. Negli ultimi anni quasi 1700 scuole cattoliche (un quarto del totale) hanno dovuto chiudere. “Lo stato di salute della Chiesa è comunque sostanzialmente buono”, ci ha detto Chestar Gillis , rettore della Georgetown University, la più importante università cattolica americana. Il problema secondo Gillis è che nella società americana, tradizionalmente la più religiosa delle società occidentali – come già notava quasi due secoli fa Alexis de Tocqueville nel suo “La democrazia in America” – si assiste a un fenomeno più generale di distacco dalle religioni ufficiali, fenomeno che colpisce tutte le denominazioni e congregazioni, comprese quelle numerosissime (presbiteriane, luterane, battiste, episcopali, metodiste ecc) che costituiscono la galassia di un protestantesimo nel quale ancora si riconosce un americano su due. È il cosiddetto fenomeno dei nones, persone per lo più giovani che pur rimanendo in buona parte ancorate a una matrice fortemente spirituale, non si recano più nei luoghi di culto. Nel caso specifico dei cattolici la diserzione di una parte dei fedeli sarebbe legata anche , ammette lo stesso Gillis, a un certo scollamento tra una gerarchia fortemente conservatrice e una base più liberal, cioè progressista. Quella che sembra però poter trovarsi in sintonia con un Papa che contrariamente ai vescovi americani non è ossessionato né dall’aborto nei dai matrimoni gay. Lo stile informale, l’umiltà, l’apertura di Papa Francesco sembrano piacere parecchio in questa nazione dove Dio è onnipresente malgrado la chiara separazione tra Stato e Chiesa. Ecco allora che grazie a questa visita il messaggio papale potrebbe estendere il suo impatto ben oltre le cerchie cattoliche. Nel tempio del business , del capitalismo più baldanzoso e del consumismo più sfrenato, l’enciclica Laudato si’ sta già facendo riflettere e discutere sugli sprechi energetici e sul rispetto del creato. Mai prima d’ora un testo pontificio aveva suscitato tanto interesse su scala nazionale. Il terreno, grazie anche a un presidente spesso critico nei confronti degli eccessi del libero mercato, sembra essere abbastanza fertile affinché si verifichi l’auspicato “Francis effect”.

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