Commento

In casa Udc il contenimento della spesa è a geometria variabile

Le grancasse suonate per non aver votato la referendabilità del credito di 50 milioni per il risanamento fonico delle strade cantonali sono molto stonate

Le Cantonali sono in arrivo...
(Ti-Press)
3 maggio 2022
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«Siamo molto soddisfatti di questo momento storico e di questo voto, perché è l’implementazione del referendum finanziario obbligatorio e voteremo no, a dimostrazione del fatto che noi in primis non vogliamo abusare dell’oggetto». Si esprime così in parlamento il deputato Udc Paolo Pamini, pochi istanti prima della decisione se far votare o meno il popolo sui 50 milioni di franchi per il risanamento fonico delle strade cantonali. Una decisione, quella del Gran Consiglio, che però non ci sarebbe mai stata se si fosse seguita pedissequamente l’iniziativa popolare Udc la quale chiedeva, per uscite secche superiori ai 20 milioni o ricorrenti di 5 milioni annui, il referendum diretto. È grazie al controprogetto di Lara Filippini, frutto di lunghissima trattativa, che oggi Pamini ha potuto essere così entusiasta del suo votare no alla referendabilità. Controprogetto votato dal popolo in opposizione all’iniziativa originaria, che il capogruppo Morisoli non ritirò. Prima di far suonare le grancasse un po’ di fosforo e di coerenza avrebbero aiutato.

In casa democentrista il contenimento delle spese appare dunque a geometria variabile. Se poi c’è l’alibi, come in questo caso, del filtro inserito dal controprogetto il gioco è fatto. Parlavamo di coerenza, appunto. E per questo parte del gruppo Udc (Morisoli e Pamini, artefici del controverso decreto su cui voteremo il 15 maggio, almeno) avrebbero dovuto votare sì alla referendabilità. E quindi sottoporre i 50 milioni al voto popolare. Ma i due sono dei politici rodati, e sanno benissimo che di questi tempi (aumento premi di cassa malati, rincaro bolletta energetica e difficoltà di approvvigionamento delle materie prime con possibili ripercussioni sull’occupazione) il sì delle urne al megacredito sarebbe apparso tutt’altro che scontato. E poi il creditone arriva da un Dipartimento, quello del territorio, a conduzione leghista. Vuoi vedere che le strategie elettorali in vista delle Cantonali 2023 finiscono per l’avere la meglio sui principi di certa destra (uscite plafonate, entrate bloccate)?

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