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Fc Lugano: cambia la prospettiva, questa è vera svolta

Il progetto facente capo a Joe Mansueto sembra offrire garanzie molto solide: si aprono prospettive molto intriganti, per il club. Ma perdere Renzetti dispiace

fotoservizio Ti-Press
19 agosto 2021
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Al netto delle buone sensazioni circa la nuova proprietà, sulla cui serietà e “potenza di fuoco” non ci sono dubbi, l’idea che il Football Club Lugano possa separarsi dal suo presidente – ci sia concesso – genera un po’ di malinconia. Mitigata, appunto, da un progetto serio e ben strutturato che svelerà la propria efficacia più avanti, ma pur sempre presente. Per quel senso di sicurezza che Angelo Renzetti è sempre riuscito a dare. A squadra, collaboratori, dipendenti, addetti ai lavori, tifosi. Che fosse lui, a tutela e a difesa del fortino bianconero, ha sempre avuto un effetto rassicurante, pur sapendo bene a quali e quante difficoltà andasse incontro per tenere in piedi la baracca.

Angelo Renzetti si è dimostrato un compagno di viaggio affidabile e gradevole. Perderlo, pur comprendendo bene le ragioni di un suo disimpegno, significa lasciare certezze consolidate e una visione di calcio un po’ romantica – ancorché umorale e quindi soggetta a sbalzi non sempre costruttivi – che ha regalato per molti anni alla Lugano ancora appassionata di calcio e al Ticino in generale una realtà con radici ben piantate nel territorio, nel tessuto sociale in cui agisce. Una società con la quale lavorare e collaborare è risultato piuttosto facile, proprio per la vicinanza e la familiarità di un ambiente con cui non è stato complicato identificarsi, da parte di chi lo ha frequentato.

Il Lugano di Angelo Renzetti è stato un capolavoro (fa un certo effetto scriverne usando il passato prossimo) di gestione, di amministrazione, di passione calcistica riversata da un dirigente atipico, sfiancato da oltre un decennio di potere quasi assoluto. Di appelli alla piazza affinché venisse affiancato, puntualmente disattesi. Fino a non poterne più, fino a essere costretto a cedere il timone.

Ha fatto passi avanti incredibili, il Lugano di Renzetti, sul piano dell’organizzazione e della professionalità, criteri del resto imposti dalla Lega per restare al passo della Super League. Ora, però, siamo alla resa dei conti. O meglio, a una vera e propria svolta, fors’anche doverosa. Siamo giunti alla fine di una lunga parentesi che non esitiamo a definire straordinaria, per i successi ottenuti (non solo in ambito sportivo). Riconosciamo a chi subentra un profilo di alto livello, la migliore garanzia affinché la storia bianconera possa proseguire e, chissà, addirittura arricchirsi di qualche capitolo prestigioso che con il vecchio corso le sarebbe stato precluso. Non certo per mancanza di volontà, al contrario, bensì di mezzi. Economici, in primis.

L’asticella si alza, la sensazione è che ne vedremo delle belle. Muta la prospettiva del club, che entra in una dimensione completamente nuova, forte di una struttura oltremodo professionale grazie alla quale puntellare quanto di buono è stato fatto in anni in cui si è giocoforza cercato di sopravvivere, pur continuando a evolvere. In virtù di un basso profilo che fa posto a una visione strategica, economica e aziendale di alto lignaggio.

La diffidenza che solitamente accompagna le nuove avventure, quelle che un po’ di incognite le portano con sé, cede il passo a una sensazione gradevole, come di “ben fatto, Lugano”. Non è poco, per cominciare. Caro Angelo, sai che hai ragione? Ne hai ottenute tante, su più fronti, ma questa è davvero la tua vittoria più bella.

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