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L’eleganza negata del passo indietro

Biden stuzzica Trump e annuncia che si ricandiderà nel 2024: avrà 81 anni. Non era meglio tirare una storica volata a Kamala Harris?

Joe Biden e, sullo sfondo, Kamala Harris (Keystone)
27 marzo 2021
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La sanità lombarda non sa quel che fa, e non da ieri, nel canale di Suez – scambiato per un parcheggio – non sanno cosa fare oggi e io non so cosa farò domani. Joe Biden sa già che si ricandiderà alle elezioni del 2024. Beato lui che a 78 anni è pieno di certezze. Navigano a vista tutti, dalle megaportacontainer ai guru del vaccino, ma Sleepy Joe (Joe l'addormentato), come lo chiamavano i detrattori in campagna elettorale, deve essere in fase Rem e sogna otto anni alla Casa Bianca. Infischiandosene di piccoli dettagli come l'età, il ricambio generazionale, la questione razziale e di genere. Rinnegando più o meno tutto ciò che gli ha permesso di essere eletto e affogando le speranze di coloro che - pur non sentendosi rappresentati da lui - lo hanno votato immaginando un traghettatore che accompagnasse fuori dalla Casa Bianca un uomo disconnesso dalla realtà come Donald Trump per poi fare spazio ad altri. E ad altro. Sembrava nelle cose, prendendo spunto da chi fa conclavi da più tempo di tutti: Biden scelto più per necessità e calcolo che per acclamazione, per condurre un papato breve in grado di dare alla democrazia americana tempo di riassestarsi dopo quattro anni di sconquassi in superficie e alle fondamenta.

Biden, per essere dov’è, dovrebbe ringraziare Barack Obama, che ha fatto la campagna elettorale al suo posto, l’ondata d’indignazione tirata su da Black Lives Matter e il fatto di aver scelto l’uomo giusto – cioè una donna, nera – come vice: Kamala Harris. Certo, deve ringraziare anche un rivale che negava la pandemia, le sparava sempre più grosse e flirtava apertamente con i russi. Uno che pur di non farsi da parte ha caldeggiato l’invasione dei palazzi del potere e urlato ai brogli dove i brogli non c'erano. Ma in quanto a passi indietro, Biden dimostra la stessa ritrosia del predecessore. Impiegare i quattro anni che ha a disposizione per preparare il terreno alla presidenza della prima donna (perdipiù nera) e fare la storia vale davvero meno che restare nello Studio Ovale a ottant'anni suonati? Se Trump si ricandidasse nel 2024, l'età dei due sfidanti sommata sfiorerebbe i 160 anni. Va bene l’esperienza, ma qui si esagera.

E si esagera quando una disputa elettorale va avanti anche dopo il voto, diventando una sorta di questione privata, un regolamento di conti personale. Biden, alla prima maxi-conferenza stampa della sua presidenza non ha lanciato messaggi chiari contro le armi nemmeno dopo la scia di sangue che da Atlanta è arrivata fino a Boulder, in Colorado. In compenso ha attaccato Trump (sulla questione, sacrosanta, dei migranti) riportandolo sul ring, come se ci fosse bisogno della vecchia rivalità per trovare nuova energia. Pensate l’impatto che avrebbe avuto l’annuncio da parte di Biden di una candidatura di Kamala Harris: avrebbe dato energia per questi quattro anni e per i quattro a venire. Avrebbe alimentato speranze concrete e non solo simboli a chi cerca uguali diritti, uguali possibilità. Fare un passo indietro viene visto, in questo mondo sempre coniugato al maschile, come un gesto che denota debolezza, mai eleganza. E invece.  

Mancano ancora tre anni e mezzo e, per carità, cose ne possono ancora succedere. Ma se dovesse davvero correre nel 2024 e vincere diventerebbe il presidente più vecchio della storia degli Stati Uniti. Un record detenuto, guarda il caso a volte, da un omonimo: Joe Biden.

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