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Presidenza Plr, lei o lui. E una supersquadra!

Timoniere/a con di fronte a sé una sfida da ramponi sulla parete Nord dell’Eiger!

18 novembre 2020
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Cosa ci si aspetta dalla nuova presidenza del Plr? Che alleni un partito capace di esistere maggiormente di fronte all’opinione pubblica. Sarà una banalità, ma se non si esiste a sufficienza – perché non si è in grado di individuare una rotta chiara e nemmeno di comunicarla al meglio al Paese – ogni (pur lodevole) sforzo rischierà di risultare vano. Quindi, a ben vedere, la questione della linea più netta e della comunicazione efficace una banalità non è. Non per caso (complice, ovvio, il Mattino) chi comunica di più è la Lega. Gli altri grandi partiti hanno invece le loro difficoltà. Ci immaginiamo già l’obiezione: eh, già, ma per la Lega è facile, è populista e i liberali nel dopo Caprara mica vogliono fare politica accarezzando ‘panza e busecche’? Vero, certo, che non vogliono e nemmeno devono, ma il problema non è questo: nessuno chiede infatti al Plr di scimmiottare il movimento di via Monte Boglia. Per carità… Il Paese ha bisogno di punti di riferimento, di serietà, non di sparate e fuochi d’artificio che durano da vent’anni. Tra l’altro, lo si sa benissimo, l’elettorato segue l’originale e non le copie. Ecco un esempio: tornando alle recenti federali, nonostante la pitturatina di verde che si è dato il Plr svizzero prima delle elezioni, era evidente che a incassare il dividendo sarebbero stati prioritariamente i verdi, coerenti da anni nel battere sul chiodo ambientale.

Rotta più marcata e comunicabile

Torniamo quindi all’osservazione iniziale: serve una rotta più marcata (e comunicabile). Di certo il sondaggio svolto potrà aiutare, ma non basterà. Stiamo vivendo sterzate (e mazzate) epocali. Svolte al plurale, perché appena prima della pandemia, che già da sola basta per stravolgere piani e previsioni, di cosa si stava parlando? Di altre sfide e scelte strutturali. Ricordate? Mezzo mondo era attirato dalle proposte green di Greta e non per nulla – come detto – Petra Gössi (presidente del Plr svizzero) aveva promosso una certa virata. E ancor prima di cosa si stava discutendo? Sempre di cambiamenti fondamentali, che stavano (e stanno) cancellando, o mutando, professioni, lanciando nuovi profili professionali e lasciando sul campo lavoratori disoccupati. In arrivo c’era (e c’è) una nuova stagione modellata da tecnologie e intelligenza artificiale.

Idea e guizzo

Insomma, chi guarda avanti e non vuole abbandonarsi al bieco/cieco populismo, con l’ambizione di continuare a tenere le redini di Cantone e comuni più importanti, chi ha avuto un passato glorioso di ideali forti al servizio della comunità, deve sapere innanzitutto come desidera affrontare le sfide sul tavolo. E dirlo. Se così non sarà, purtroppo chi ha predicato la chiusura (anche mentale) e veicolato ingannevoli messaggi schiva-problemi, di fronte alla crisi economica alle porte, potrà continuare a vincere semplificando e sbraitando. Ecco perché il/la nuovo/a timoniere/a del Plr ha di fronte a sé una sfida da ramponi sulla parete nord dell’Eiger. Molto probabilmente, con tutto il rispetto per i tre candidati, sarà impossibile che, da solo o da sola, egli o ella possa avere l’idea e il guizzo necessari per riuscire a emergere con originalità e a incidere. Un direttore d’orchestra, o una direttrice, ha bisogno di strumentisti. Tradotto: di una supersquadra (fresca e tenace) che metta i contenuti al primo posto e la comunicazione pure. Mesdames et messieurs, faites vos jeux.

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