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A2, il tracciato è tratto (o no?)

Scelta la variante che ridisegna l'autostrada a sud, fra Lugano e Mendrisio, torna a levarsi la voce dei contrari

L'A2 divide paesi e opinioni (Ti-Press)
9 settembre 2020
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Per ora è un progetto sulla carta. Certo è che se il potenziamento del tratto sud dell'autostrada arriverà a compimento (si parla del 2040), secondo il tracciato concordato fra Ustra (l'Ufficio federale delle strade) e il Cantone, il panorama del Mendrisiotto e Basso Ceresio cambierebbe per davvero. Anzi, sarebbe proprio tutto un'altra cosa lì lungo l'A2, con dei tratti in galleria, alcuni dei nuclei (Bissone in primis) messi al riparo dal viavai incessante delle auto (con lo spostamento della strada cantonale) e territorio liberato ma a vantaggio della popolazione (questa volta). Messa così, insomma, sarebbe un sogno che si avvera e che in molti inseguono da decenni (almeno quasi sei). Per il Distretto che, più di altri, in questi anni ha pagato un prezzo alto al traffico che lo soffoca, vorrebbe dire voltare pagina. Sarà così, sul serio? La domanda è legittima. Anche perché da qui al 2040 di cose ne potrebbero cambiare, a cominciare dalla mobilità locale e dalle abitudini di chi adesso si sposta ogni giorno fra casa e luogo di lavoro.

Alla Commissione regionale dei trasporti (e primo fra tutti il suo presidente Andrea Rigamonti) ci credono. Sono convinti sia possibile e soprattutto che questa è una occasione da non sprecare; ora poi che Ustra e governo cantonale si sono accordati, non tirando, per una volta, sul prezzo e concedendo agli enti locali la soluzione per cui si sono battuti (ovvero la cosiddetta variante 4/2, più costosa e complessa dal profilo tecnico, ma altresì quella che dà più soddisfazione quanto a soluzioni infrastrutturali). Rinunciarci - questo Rigamonti l'ha detto chiaro e tondo - vorrebbe dire lasciare tutto così come è. Allora è bene chiedersi: oggi cosa vogliamo? La popolazione del Mendrisiotto e Basso Ceresio cosa si aspetta? In fondo un'arteria di collegamento nascosta alla vista e disegnata là dove l'impatto con il paesaggio è il minore possibile sarebbe stata la massima aspirazione, e da subito. Ma la politica (e la voce del popolo, ancora oggi, dice l'interesse di alcuni) ha scelto il tracciato che è sotto gli occhi di tutti e che agli esordi era importante avvicinasse il sud al nord. Allora non ci si poteva certo immaginare, del resto, che il tratto finale dell'A2 sarebbe collassato sotto il peso del traffico, cresciuto a dismisura. Tant'è. Sarà possibile recuperare il tempo (e il terreno) perso?

Gli ambientalisti - in testa i 'Cittadini per il territorio' e Ata, l'Associazione traffico e ambiente - hanno già le risposte. Tra il prolungamento a sud di AlpTransit e la terza corsia dinamica (con il corredo di opere previsto) non esitano neppure un minuto a scegliere il primo. Se si passa poi dalle parti di Melano, anche lì i cittadini (o una parte di loro, almeno) hanno più di un dubbio sugli effetti benefici del potenziamento dell'A2 a sud; e ieri fuori dalla Casa comunale lo hanno fatto capire in modo chiaro ai responsabili di Ustra, del Cantone, della Crtm e dei Comuni che, dentro, si riunivano per l'ottava volta, il dossier autostradale sul tavolo. A dirla tutta, della terza corsia ne farebbero volentieri a meno. Un po' perché Melano, lamentano, anche questa volta ha fatto la fine di Cenerentola (prima di incontrare il principe azzurro). Un po' perché l'impressione è che, accettando il compromesso, sarebbe come svendere il territorio per il proverbiale piatto di lenticchie: una pista ciclopedonale lungo il lago.

Il tracciato dell'A2 a sud adesso è segnato (e deciso). Ma la strada da qui alla destinazione finale sarà tutt'altro che dritta.

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