Commento

Covid: c‘è chi fatica e c‘è chi frega!

Il parlamento aumenti le sanzioni per chi tradisce, in un momento così drammatico per tanti, la fiducia riposta dall’ente pubblico nel singolo!

9 luglio 2020
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Lo si sa: viviamo in un paese nel quale, anche se si scoprono, denunciano, sanzionano i cartelli (economici), questi poi magicamente e naturalmente resuscitano (vedasi per esempio quanto successo di recente sul fronte grigionese dell’asfalto); e si sa anche che viviamo pure in un paese dove i prezzi vengono maggiorati (basta confrontare quanto costano da noi e appena fuori dai nostri confini taluni medicamenti anche made in Switzerland) come se il Pantalone elvetico dovesse sempre pagare di più. Quindi, siccome tanti furbetti e furbastri non vedono l’ora di fare affari quando una merce diviene molto richiesta/rara, perché non viene indicato – e magari anche imposto – un prezzo massimo di vendita per le mascherine?

Mascherine: qual'è il prezzo onesto?

A ben guardare c’è in effetti un grande interesse pubblico a che la popolazione si protegga davvero, interesse del singolo e di riflesso dell’intera comunità, senza che nessuno si sveni. Ebbene, se pure sulle mascherine qualcuno non esita a fare la cresta anche ora che la massima emergenza è (per adesso) passata, l’indicazione di un prezzo diciamo ‘onesto’ potrebbe servire a farci capire chi sul mercato si comporta correttamente. E poi si dica chiaramente anche a quale autorità rivolgersi per segnalare eventuali abusi dettati da prezzi gonfiati.

La questione dell’incidenza del loro costo di acquisto sui budget di famiglie che girano il franco diverse volte prima di spenderlo comincia a non essere più secondaria ora che il loro uso è persino raccomandato e non solo sui mezzi pubblici! È quindi condivisibile quanto raccomanda la Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (Cosas) che ha chiesto a Cantoni, Città e Comuni (alcuni già lo fanno) di fornire gratis le mascherine ai beneficiari dell’assistenza sociale, considerato che viene versato loro un importo mensile limitato a 40 franchi per l’assistenza sanitaria, somma che non include l’acquisto di mascherine. Si calcoli che, per una famiglia di quattro persone, si tratta di una spesa di circa 100 franchi al mese, spesa che la Conferenza dell’azione sociale teme venga risparmiata tagliando sul cibo.

Già che ci siamo, visto che abbiamo menzionato il capitolo ‘furbetti & co’, e considerato che sono già state aperte – pure in Ticino – inchieste anche penali nei confronti di chi ha indebitamente reclamato aiuti federali, salvo poi utilizzarli per altri scopi, perlopiù personali (e non di salvaguardia dell’attività imprenditoriale!), sarebbe opportuno che il parlamento aumentasse le sanzioni per chi tradisce – il verbo ci sta tutto –, in un momento così drammatico per tanti, la fiducia riposta dall’ente pubblico nel singolo.

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