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Quale dei tre? Quiz estivo... Maudet, Lauber o Blocher

Spiccano un individualismo e una sfacciataggine sfrenati: quello che conta sono loro, convinti di essere sempre e solo nel giusto!

6 luglio 2020
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Se dovessimo fare il quiz su quale sia l’alto magistrato che col suo comportamento delegittima l’istituzione che rappresenta, c’è l’imbarazzo della scelta: più poteri a vari livelli non ne escono proprio bene. Ecco tre esempi, pescati dalle cronache federali recenti. 

Il primo è fresco fresco di giornata: la cacciata del consigliere di stato ginevrino Pierre Maudet dal suo partito andata in onda oggi di buon mattino. La principale accusa mossa nei suoi confronti è quella di accettazione di vantaggi, in relazione ad un controverso viaggio risalente al 2015 ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. Si rimprovera al politico di aver inizialmente mentito sulla trasferta, nascondendo il fatto che il volo in business class e l’alloggio fossero stati pagati da uno sceicco, principe ereditario membro della casa regnante. Questione di soldi, di opportunità, vedremo se anche di legalità e di perdita della faccia viste le menzogne. Ora, alla decima fetta anche il suo partito ha scoperto che era polenta e lo ha espulso dal Plr (decisione contro la quale potrà ricorrere). 

Scaricati anche dai loro partiti

Dall’esecutivo, passiamo alla massima carica giudiziaria inquirente della Confederazione. Non è messo tanto meglio, Michael Lauber, alle prese con una procedura di destituzione, dopo che era stato (inopportunamente!) rieletto dal parlamento federale, malgrado le già evidenti macchie. Sul tavolo che scotta c’è ora il rapporto definito dai più impietoso sull’atteggiamento tenuto dal procuratore generale della Confederazione in relazione ai noti incontri avuti con il presidente Fifa Gianni Infantino: violando a più riprese i suoi obblighi di responsabilità, dicendo ripetutamente il falso, agendo in modo sleale, disattendendo il codice di condotta del Ministero pubblico della confederazione e ostacolando l’indagine disciplinare. Anche in questo caso il suo partito l’ha, ma solo dopo mesi e mesi di polemiche, scaricato. 

Tolla megagalattica

A questi due casi, che sono gravi perché mettono in discussione pesantemente il ruolo assunto in carica da un altro magistrato (ha agito nell’interesse pubblico? ci sono interessi privati?) chiamando in causa la giustizia, si è sommato anche quello - va detto senza però alcuna incidenza nel penale - dell’ex consigliere federale Christoph Blocher, che si è da poco fatto avanti per reclamare il versamento retroattivo della pensione degli ultimi 13 anni riferita ai suoi anni di governo (2004-2007). Pensione alla quale aveva rinunciato. Nell’attesa di sapere se incassarla solo ora sia ancora un suo diritto, indipendentemente dal fatto che egli è un miliardario (trattandosi di una questione prioritariamente giuridica), balza agli occhi ancora una volta la tolla megagalattica. Come nel caso di Lauber e Maudet, spiccano un individualismo e una sfacciataggine sfrenati: quello che conta sono loro, convinti di essere sempre e solo nel giusto, anche a costo di mettere l’istituzione che rappresentano (o che hanno rappresentato) in cattiva luce. Chiedere la restituzione di 2,7 milioni dopo essersi vantato di aver rinunciato al vitalizio e non aver fatto come gli altri colleghi, per poi arrivare improvvisamente a reclamarlo come va letto? Che anche lui - sarà l’età? - senza (lo ribadiamo) rischiare di inciampare nel penale, dice e si contraddice. E la fiducia nelle istituzione che fine fa? Pluf, come l’estate col Covid che ci tallona e ce la rende dolce-amara.

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