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Covid: movida e vacanze, rialzare la guardia, prego!

Mascherine da estendere anche a negozi e luoghi affollati! E poi, perché tirarsi addosso un lavoro immane per mettere in quarantena centinaia di persone?

(foto: Ti-Press)
3 luglio 2020
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Il (quasi) liberi tutti e un certo rilassamento psicofisico sono durati poco. Sì e no un paio di settimane col passaggio di testimone della gestione massima dalla Confederazione ai cantoni, confrontati ora con la nuova salita (staremo a vedere con quale accelerazione) dei casi di contagio. Tanto che Berna ha imposto il porto delle mascherine sui mezzi pubblici e ha annunciato una lista di paesi (in continuo aggiornamento) che se scelti per le vacanze, necessitano poi di una quarantena al rientro. Sono poi state di nuovo rinforzate le misure di sostegno all’economia e il ministro delle finanze Ueli Maurer non ha mancato di dire al Paese che i nostri conti possono sopportare bene anche queste ulteriori misure. Fiducia (da non perdere) nella piazza finanziaria oblige! E non solo nella piazza finanziaria, ma in noi, nel nostro sistema paese e nel nostro modo di vivere.

Ma c’è chi chiede ancora di più...

C’è però chi chiede già ancora di più, come l’associazione dei medici cantonali​, per la quale le mascherine andrebbero messe non solo su bus, tram, treni, battelli e impianti di risalita, ma anche in negozi e luoghi pubblici affollati. E già si nota che è praticamente impossibile organizzare feste e serate, che finiscono spesso per essere molto affollate, visto che si rivelano facilmente focolai di trasmissione del virus. Ma questa mica era una novità! E allora perché mai si è provveduto a riaprire luoghi della movida e altro ancora quasi come se nulla fosse successo, pur continuando a dire di fare attenzione perché il virus è ancora fra noi?

In Ticino stanno rintracciando in queste ore centinaia e centinaia di persone che hanno frequentato sabato sera il Woodstock di Bellinzona. Un lavoro immane per il Cantone per un solo caso di contagio accertato! E poi c’è chi lasciato dati falsi... Divertirsi, come andare in vacanza persino in zone a rischio, sono davvero delle priorità? Non lo crediamo!

Regna una certa confusione

Diciamo che regna una certa confusione o, nella migliore delle ipotesi, che le autorità hanno creduto che non si potesse tirare troppo a lungo la corda con isolamenti, che prima o poi bisognava provare ad allentare le misure, vedere come si sarebbe comportato il virus, che deve comunque poter circolare fra le persone, e poi semmai si sarebbero stretti di nuovo i bulloni.

Confusione poi anche su tutto quello che ci avevano detto da Berna sulla poca efficacia dell’uso della mascherina e che ora ci viene imposto perlomeno sui mezzi pubblici di trasporto.

È tornato un certo timore: speriamo salutare!

Morale della (brutta) favola, ammettiamolo: è tornato un certo timore. Probabilmente un timore - lo speriamo - salutare, proprio perché non dobbiamo scordarci che il virus continua a circolare e i doppi zeri non sono garantiti. È quindi salutare che si incrocino - e speriamo non solo sui mezzi pubblici, ma anche nei negozi e nei luoghi affollati - persone con la mascherina. Non solo perché il nuovo gadget dovrebbe proteggerci almeno un po’, ma anche perché è lì a dirci appunto che il virus continua di fatto a colpire e che dobbiamo continuare a fare una certa attenzione. Meglio rallentare un pochettino ora, piuttosto che trovarci ancora una volta semiparalizzati, con effetti di carattere sociale ed economico che difficilmente potranno nuovamente venir arginati come fatto nei mesi scorsi.

Stesso ragionamento ovviamente per le vacanze all’estero, con sulla testa la spada di Damocle della lista continuamente aggiornata da parte di Berna: eravamo stati avvisati che era meglio trascorrere le vacanze in loco. Scegliendo di andar via, potremmo poi dover fare una quarantena, non sempre compatibile con gli impegni professionali e/o famigliari.

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