Commento

La sgradita fuga in avanti di Roma

Frontiere aperte a sud: misureremo a fine agosto quanto avrà tenuto la tanto decantata solidarietà nel fare in Ticino gli acquisti, le vacanze, privilegiare gli artigiani locali...

3 giugno 2020
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La fuga in avanti e in solitaria dell’Italia – che ha voluto aprire prima le frontiere rispetto a quanto bilateralmente la Svizzera aveva concordato con Germania, Austria e Francia – ha generato tutta una serie di precisazioni che chi deciderà di recarsi nella penisola farà bene a tener presenti da oggi al 15 di giugno (data nella quale i Paesi che ci circondano, considerati a rischio, non lo saranno più). Cosa si può dunque fare da oggi con l’Italia dalle frontiere di nuovo aperte? L’uscita verso la vicina penisola sarà consentita per tutte le attività di carattere turistico, visite a familiari, servizi, visite a residenze secondarie, persino per la ristorazione, tranne che per recarsi unicamente a fare acquisti. E già sul termine ‘unicamente’ (che vale per le uscite verso tutti i Paesi che ci circondano e non solo per l’Italia) ci sarà qualcosina da discutere al taglio del confine. Al doganiere che trova nel baule la spesotta non mancherà chi dirà di essere andato in Italia non solo per acquisti, ma anche per turismo, per recarsi al ristorante… Della serie fatta la legge, trovato (istantaneamente) l’inganno.

Resta il fatto che da Palazzo delle Orsoline, pur assicurando che al momento del rientro non saranno poste delle limitazioni particolari, si raccomanda fra il 3 e il 15 di giugno, guardando a sud, di limitarsi soltanto ad attività inderogabili. Ossia: visitare per esempio un familiare, se proprio lo si deve assolutamente fare!

Attenzione a regole e sanzioni!

Su un punto va comunque attirata l’attenzione: il disallineamento della squadra di Giuseppe Conte con l’apertura in solitaria delle frontiere, rispetto agli altri Paesi che ci circondano, necessita di un ulteriore sforzo da parte di chi si sposterà verso sud. Conoscere quali regole (regole non senza sanzioni, pare pure salate!) vigono in una determinata regione italiana. Per esempio, quanto all’obbligo del porto della mascherina o alla quarantena obbligatoria non appena si avvertono dei sintomi. Quarantena che impone di annunciarsi alle autorità sanitarie italiane e di mettersi in autoisolamento. Situazione parecchio problematica se sopraggiunge quando ci si trova al mare in panciolle per una settimanella. O no? Quanto basta per riconsiderare se per quest’anno sia davvero il caso di varcare il confine e fare vacanze all’estero nel corso dei prossimi mesi, o se non prediligere piuttosto la cara (speriamo non quanto a prezzi!) Svizzera.

Roma ha accelerato

Comunque sia, l’impressione che abbiamo avuto nell’ascoltare i distinguo fatti nei confronti dell’Italia dalle nostre autorità è che la fuga in avanti di Roma non sia piaciuta per niente. Non v’è chi non veda che l’anticipazione della data di apertura su tutti gli altri Stati sia stata voluta per lanciare un segnale all’estero nella speranza di non perdere l’importante afflusso di turisti che altrimenti avrebbero prenotato altrove. Così, mentre altri mettevano le carte sul tavolo in modo trasparente puntando sul 15, Roma non appena la curva del virus si stava abbassando ha accelerato facendo di testa propria.

Ora non ci resta che attendere: misureremo a fine agosto quanto avrà tenuto la tanto decantata solidarietà nel fare qui gli acquisti in terra elvetica e pure le vacanze e nel privilegiare gli artigiani locali e via dicendo. Il Paese ne ha bisogno.

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