Commento

Col Covid verso l’estate, nella nebbia!

L’incertezza ieri si è poi anche trasformata in una gelata doccia quando si è affrontato il tema caldo del turismo

21 aprile 2020
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Il sentimento che si fa largo in questi giorni (ma durerà anche nei prossimi mesi!) è quello dell’incertezza. Ieri, in ben tre appuntamenti con la stampa (a Berna, a Cazis/Grigioni e a Bellinzona) le autorità ci hanno fatto capire quanto sarà ancora lunga la strada. Lunga e incerta per riconquistare una nuova ‘normalità’. Già, perché la curva è sì scesa, ma nei Paesi che ci stanno attorno c’è chi sta meglio di noi (Germania e Austria), c’è chi sta peggio (Francia e Italia), ma lontano da noi, ci sono Stati, uno su tutti Singapore, che in un primo tempo erano andati molto meglio di noi (e hanno aperto dotandosi di mascherine e App), ma ora stanno di nuovo registrando preoccupanti dati in ascesa.

Incertezza

Incertezza quindi su come, dopo i primi timidi allentamenti, si riuscirà a tenere a bada per davvero la maledetta curva.

Parola d’ordine: piccoli passi, i cui effetti vanno verificati per decidere se aprire ancora o richiudere. Con gli allentamenti graduali (mantenendo le misure di igiene e di distanziamento ben note!) stiamo conoscendo anche nuovi concetti, quale quello di ‘protezione ad hoc’, a seconda dell’ambito sociale-professionale toccato. Un esempio? Il possibile ritorno a scuola. Come? Con classi dimezzate, con un turno al mattino e uno al pomeriggio? Con la possibile dispensa per docenti vicini all’età del pensionamento? Con regole ad hoc anche per i trasporti casa-scuola e le ricreazioni? Interrogativi in fase di discussione fra autorità politiche e scolastiche.

Turismo doccia gelata

L’incertezza ieri si è poi anche trasformata in una doccia gelata quando si è affrontato il tema caldo del turismo, che tocca in primis i Grigioni, ma anche il nostro cantone. Citiamo due soli dati: il primo sono le previsioni bernesi per una ripresa del turismo a livello nazionale solo a partire dal 2022! Per quest’anno è prevista una diminuzione del fatturato nel settore del 25/35%. Una mazzata, abbinata al fatto che per le grandi manifestazioni (festival, open air, ma mettiamoci anche le manifestazioni sportive) si deciderà sul ‘se e come’ solo nei prossimi mesi. Molto più in là, quando (a luglio? in agosto? in settembre? Mah...) non è ancora dato sapere, si entrerà nella fase tre, visto che tali appuntamenti, come intuibile, sono ad alto rischio di contagio. Ma, ancora una volta, tutto dipenderà da come si comporteranno i numeri del virus in queste settimane di fase 1 e 2. Vero è che, se queste manifestazioni verranno cancellate o slitteranno, mancherà anche il carburante (i turisti) necessario per riempire alberghi e ristoranti. E, non da ultimo, per questi ultimi non è neppure detto che, anche se vi dovessero essere durante l’estate delle manifestazioni, i turisti marcheranno presenza. Insomma, i punti interrogativi sono una foresta.

E pensare che – fino all’altroieri – eravamo abituati ad avere soluzioni a portata di mano per quasi tutti i problemi, compresi quelli di salute…

Ora l’unica certezza (sonante) sono i miliardi che per fortuna la Svizzera e il Ticino sono in grado di distribuire grazie a casse pubbliche amministrate oculatamente. Per il resto, cari amici, siamo ancora nella nebbia.

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