Distruzioni per l'uso

Coronavirus: ora dobbiamo rispettare le regole

Bilanci e critiche teniamoli il più possibile per quando questa rogna sarà passata. Adesso si tratta di fare molta attenzione

(Ufsp)
14 marzo 2020
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C’è “un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci”. Vecchi ricordi da chierichetto, abbiate pazienza. Ma non mi viene in mente nulla di più sensato, adesso che il coronavirus è ufficialmente diventato un pericolo anche da noi e tutto quello che possiamo – sappiamo, dobbiamo – fare è attenerci a quanto ci viene detto dalle istituzioni, perché santocielo non è proprio il momento per mettersi a contestare le autorità, e contrapporre al sapere dello Stato maggiore cantonale di condotta quello di miocuggino.

Certo, nessuno può avere certezze assolute, neanche loro: si sta sparando a un bersaglio in costante movimento. In giorni più sereni si valuterà poi cosa si è fatto bene, e cosa si sarebbe potuto fare meglio; fermo restando che col senno di poi siamo tutti professori. Il pericolo più grande però, ora come ora, è quel collettivo “a me non me la raccontano” che ormai si sente ovunque, per qualsiasi ragione. Alcuni muovono critiche per un chiaro interesse: politico, mediatico, o anche solo perché è un fatto della vita che lo sciacallo si diverte molto più della pecora (anche se è al gregge, e alla sua vulnerabilità, che andrebbero richiamati). C’è chi se ne approfitta per blaterare sulle frontiere, chi per attaccare le ingiustizie del capitalismo, chi perché fra poco ci sono le Comunali e chi perché è solo scemo; e vai a trovare le differenze, tante volte. C’è chi, come sempre, si sente titolato a dare patenti di competenza e incompetenza dall’alto della sua quarta media, magari perché il suo posticino di infimo opinion leader – si dice influencer, adesso? – lo spinge a vedere il suo ego con la lente d’ingrandimento.

Intanto però bisogna solo rispettare delle regole di fronte a un rischio che alcuni non vedono, ma che al netto delle impressioni individuali sta nella conta di chi si ammala, di chi finisce all’ospedale e anche, purtroppo, di chi muore. Quelle regole le conosciamo tutti, ormai: lavarsi bene le mani, starnutire nel gomito, stare a casa se si sta poco bene, fare attenzione ad anziani e malati. Evitare gli assembramenti. Eccetera. Molti di noi finiranno in quarantena, ma per fortuna adesso ci sono Netflix e gli e-book invece del sanatorio di Quinto. Basta non andare in giro a fare i fighetti che “tanto io sto benone”, col rischio di accoppare qualcun altro.

 

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