Commento

Il dolore dell'abisso e il coraggio della rinascita

La roulette russa di tanti adolescenti che cercano la felicità nella polvere magica che li divora dopo una breve luna di miele

20 dicembre 2019
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Marta sembra timida, quasi indifesa, il suo sguardo è dolce, la voce pacata, i gesti misurati. Ha poco più di vent’anni. La sua discesa nell’inferno della droga l’ha avvelenata – divorata come dice lei – ma non ha spento del tutto la sua bellezza. È come se la sua gioia di vivere fosse congelata, ma ancora pulsante dietro un indefinibile velo. Lei ha davvero toccato il fondo. E laggiù in fondo – davvero non so come – ha trovato la forza di risalire verso la luce, scalino dopo scalino, sputando sangue e sudore. Con drammatica consapevolezza e lucidità mi parla della sua parte tossica, della lotta quotidiana per tenerla a bada. Mi dice: «Un tossicodipendente lo resta per tutta la vita. Mi sveglio la mattina e mi sento forte, arriva sera e mi devo obbligare ad essere forte. Lei mi cerca ancora. Lei è dentro di me, è diventata parte di me».
Ha solo 20 anni e alle sue spalle un lungo consumo di ecstasy, cocaina, anfetamine, benzodiazepine, crack… la rottura con la famiglia e gli amici, la voglia di farla finita, i ricoveri, le amiche di tirata che si prostituivano per una dose, quelli in paranoia con attacchi di rabbia e panico. Lei ha detto basta a tutto questo. Oggi sta cercando un nuovo equilibrio. La sua è una rinascita, rispetto il suo coraggio.

La incontro al giornale, dopo aver letto la lettera che ha inviato in redazione, dove racconta la sua breve luna di miele con la cocaina presto diventata una schiavitù, che le ha tolto tutto. Anche il rispetto per se stessa. ‘Felicità in polvere’ è il titolo originale del suo scritto, che pubblichiamo a pagina 2. Ci racconta, forse meglio di un esperto in materia, le tappe del suo viaggio dell’orrore.

La sua mente sembra una lama affilata. Ha acceso il computer e si è messa a scrivere perché vorrebbe evitare ad altri la sua sofferenza.
E di altri adolescenti da salvare dallo sballo delle droghe ce ne sono tanti. Ecstasy, cocaina in un brodo di alcol e tanti psicofarmaci.
L’allarme viene dal servizio per le dipendenze Ingrado, che osserva preoccupato il nuovo viavai di giovanissimi in cerca di ansiolitici nelle zone di spaccio di cocaina ed eroina di Lugano. Bussano alle porte di Ingrado 15enni, che prendono (udite bene!) dieci Xanax al giorno, ormai irrimediabilmente dipendenti dall’ansiolitico. Lo rubano alla mamma, alla nonna, se lo fanno prescrivere dal medico, lo trovano sul ‘darknet’ (la parte sommersa del web), lo spacciano a scuola.
Tanti di loro non sanno che le droghe sintetiche possono scatenare tratti psicotici latenti, da un giorno all’altro ci si risveglia in un film dell’orrore, con ansie e angosce, che prima non si conoscevano.
Su questo giornale abbiamo riportato diverse testimonianze di persone seguite da Ingrado.
Matteo ha iniziato per curiosità con l’ecstasy in discoteca, che gli ha scatenato dentro un mostro di paranoie. Per sedarle fa ricorso all’eroina, ha perso ragazza e lavoro.
Luca invece è finito in cure intense per una polverina presa in discoteca. Pensava fosse cocaina con ecstasy, invece è un trip letale che ha fatto diversi morti in Svizzera. Lui sopravvive, ma la sua mente ne esce a pezzi, per un anno sente voci violente nella sua testa e non riesce a finire una frase, a concentrarsi.
Una roulette russa – spiegano gli esperti –, c’è quello che regge, ma l’amico può ritrovarsi con un handicap che lo accompagnerà per tutta la vita.
Marta cercava la felicità nella polvere, oggi sa che la troverà altrove.

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