Commento

No a nuove centrali a carbone: qualcosa si muove!

L'onda lunga di Greta Thunberg sta generando effetti sempre più concreti

11 dicembre 2019
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Nella giornata in cui Verdi e Socialisti hanno tentato (e fallito) l'attacco al Consiglio federale per rimandare a casa Ignazio Cassis e insediare l’ecologista Regula Rytz, registriamo un passo a favore dell’ambiente. Un grande gruppo bancario (il Credit Suisse) ha deciso di non più finanziare in alcun modo nuove centrali a carbone. Senz’ombra di dubbio si tratta di un cambiamento significativo nella politica degli investimenti dell’importante istituto di credito. Sul perché Tidjane Thiam & Co lo abbiano fatto ognuno può farsi una propria opinione. Può darsi che ci si muova in quella direzione semplicemente perché conviene in termini di immagine (e pure di guadagno).

Sta di fatto che il Cs (ma non solo) è stato aspramente criticato dai giovani scesi in piazza per protestare contro l’inquinamento dell’ambiente, chiedendo un cambiamento nei fatti. È successo anche qui da noi in Ticino prima dell’estate: sul banco degli imputati (fra i promotori del CO2) c’era anche la finanza ed erano fioccate dure critiche proprio su taluni investimenti bancari in ambiti particolarmente inquinanti.

Sono poi seguite le elezioni federali con la forte avanzata dei Verdi. Insomma, il vento sta cambiando e si cercano e chiedono altre politiche per il futuro. Un futuro già presente nel quale certi finanziamenti appaiono ormai insostenibili. Qualcosa si è mosso. Ne prendiamo atto con piacere. 

L’onda lunga di Greta Thunberg, decretata persona dell’anno dal Time, e che qualcuno insiste a bollare come ispiratrice di una moda passeggera, solo del momento, sta generando effetti sempre più concreti.

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