Commento

Clima, la lezione dei ragazzi e di don Regazzi a Bellinzona

Partendo da prospettive anche molto diverse si possono dare contributi preziosi per il bene comune

30 novembre 2019
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Quasi tutti giovani e giovanissimi, pochissimi gli adulti. Stiamo parlando della colorata e saltellante sfilata lungo Viale della Stazione a Bellinzona per sensibilizzare sulla difesa del clima. ‘E gli adulti, che possono cambiare le sorti, dove stanno?’ ho sentito dire da un manifestante. È vero, di ‘grandi’ ce n’erano pochi. Ma – mi son detto – sono al lavoro. E poi: vista l’avanzata dei Verdi mi sa che, anche se non scendono così facilmente in piazza, hanno comunque marcato presenza nell’urna. Anche loro hanno detto che si attendono dalla politica una sterzata, o no? Per gli studenti è invece più facile manifestare dopo aver ricevuto luce verde dal ministro Bertoli per ‘marinare legalmente’ la scuola. Anche se, a dire il vero, incrociando una mamma, mi sono sentito dire: ‘Nella scuola di mio figlio, in classe sono rimasti in pochi, ma non mi sembra che siano giunti tutti qui…’. Sarà, forse una parte di loro avrà optato per il ‘ponte’ lungo. In quel caso se la vedranno soprattutto fra studenti, fra chi partecipa alla manifestazione e ci crede e chi fa solo finta e si gode un pomeriggio libero extra.

Fra i tanti presenti in piazza ho incrociato l’arciprete di Bellinzona, don Regazzi, in ammirazione per tanti ragazzi impegnati davanti e sulle scale della sua Collegiata. Contento perché dietro a tanti slogan – alcuni secondo lui un po’ ‘negativi’ – si legge l’amore grande per la nostra Terra, per l’ambiente (che per un credente è il creato). Allora vistolo contento (don Regazzi parla anche con gli occhi) ci siamo lasciati andare a una battuta: ‘Visto don? Sintonizzati con papa Francesco…’. E lui: ‘Beh sì, il papa ha scritto una bella enciclica proprio sul rispetto dell’ambiente, dove tratta i temi dell’ecologia, si preoccupa per la natura, l’equità verso i poveri, la gioia e la pace interiore…’. Torno in redazione e getto uno sguardo in rete: i vari capitoli del documento – che non conoscevo – parlano effettivamente dell’opporsi alla cultura dello scarto, di tutela del diritto all’acqua, dell’esigenza di creare un sistema normativo per proteggere gli ecosistemi, di ecologia integrale inseparabile dal bene comune, di Ogm, di ridefinire il progresso per migliorare la vita delle persone e poi anche di altre cose (evidentemente) più di chiesa, più per chi ci crede (aborto no, eucarestia e bellezza di dio). In serata l’occhio mi è caduto sull’immagine di un cartellone che ho fotografato: ‘Stiamo saltando le lezioni per insegnare a voi qualcosa!’. Che dire?
Che, partendo da prospettive anche molto diverse, si possono dare contributi preziosi per – lo scriviamo maiuscolo, il termine merita – il Bene comune. E se le generazioni unissero quindi le forze? Grazie ai ragazzi e al don per l’insegnamento di un pomeriggio in piazza.

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