Commento

Lo specchio dei non-genitori

Chi li sorveglierà quando torneranno in libertà? Il nostro auspicio è che i due giovani fratelli possano finalmente scoprire la bellezza e i veri segreti della vita.

15 novembre 2019
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In questi giorni si è celebrato a Lugano un processo per abusi sessuali di inaudita gravità commessi in famiglia da entrambi i genitori sui figli. Un processo sconvolgente da tanti punti di vista. Soprattutto per il fatto che la serie di lunghi e reiterati abusi è stata commessa all’interno di un nucleo familiare proprio da chi è chiamato ad allevare dei figli, a educarli alla bellezza e alla durezza della vita, ad avere fiducia nel prossimo, a compiere i diversi passi verso l’indipendenza e la maturità col trascorrere delle stagioni.

Da quanto abbiamo letto e sentito nulla di tutto ciò è stato. Anzi, violenze su violenze sessuali e psicologiche, pura sottomissione al piacere sessuale degli adulti di casa. Qualcuno in aula si è persino chiesto se sia giusto ancora chiamarli genitori. Domanda legittima. Genitore è chi si occupa di fatto dei propri figli, chi li alleva e li educa con esempi di vita, chi si assume le responsabilità genitoriali. Questi, quindi, non sono dei genitori.

Terminato il processo restano le domande di sempre, che ci poniamo tutti come cittadini confrontati con simili vicende: una volta condannati a una pena esemplare (15 anni lui e 13 lei, che non sarà mai sufficiente), cosa sarà di loro scontata la pena? Mai vorremmo trovarceli come vicini di casa. Si pone dunque la questione, fra una decina di anni, della tutela di altre potenziali vittime. Chi li sorveglierà quando torneranno in libertà? Sapremo dove andranno a vivere? Chi di noi si ricorda di un processo celebrato una ventina di anni fa?

Altro aspetto è quello della crescita (ora in un ambiente sano) dei figli traumatizzati. Non sono poche le cronache, anche dei nostri tribunali, che fotografano situazioni di ragazzi abusati o maltrattati poi finiti male (droga, depressione…). Persino trasformatisi a loro volta in abusatori quando sono diventati genitori. Sul fronte del loro recupero, una volta spentisi i riflettori, si dovrà investire parecchio, puntando sui valori e sui principi cardine della vita. Sarà molto difficile raddrizzare la piantina di fronte a tanti sensi di colpa (sporchi), interrogativi, il sentirsi finalmente liberi… ma soli, traditi da chi li doveva amare.

Sarà dura, ma la vita tante volte fa scoprire di possedere risorse interiori che nemmeno si pensava di avere. Delle risorse che scopriamo da soli o, lentamente, grazie all’aiuto di specialisti anche quando il male ha colpito così crudelmente. Il nostro auspicio è che i due giovani fratelli possano finalmente scoprire la bellezza e i veri segreti della vita, mentre i non-genitori paghino l’impagabile debito verso i figli. Col carcere e ricevendo ogni mattina dallo specchio l’identica risposta: disumani.

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