Commento

Chiesa e migranti, finalmente una buona notizia!

Chissà se proprio tutti i credenti seguiranno gli auspici del loro vescovi

7 novembre 2019
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Dopo tanti articoli che mettono in croce la chiesa cattolica romana per le innumerevoli vicende di pedofilia che la vedono coinvolta, ecco finalmente una buona notizia. I vescovi svizzeri dicono che aiutare i migranti illegali non dev’essere un reato.

Si tratta di una questione dilemmatica per tanti credenti: obbedire alle leggi dello Stato o alla propria coscienza? Una questione di non poco conto per chi è confrontato, da una parte, alle ‘leggi’ morali (i comandamenti) della chiesa e, dall’altra, a quelle vigenti.

I vescovi svizzeri hanno voluto dire chiaramente da che parte stanno: aiutare chi è nel bisogno non è un reato, anche se le persone in questione si trovano illegalmente in Svizzera. Anzi, la Conferenza episcopale vede proprio nell’assistenza al prossimo uno dei compiti fondamentali delle chiese. Ci mancherebbe altro che non lo dicesse/facesse. I vangeli in proposito sono cristallini. Aggiungiamo che, menzionare proprio quest’ambito in Ticino, dopo che per mesi e mesi si è trattata in sede politica e giudiziaria la vertenza Bosia Mirra, ha la sua importanza. Anzi, molto probabilmente la Conferenza episcopale si è anche mossa pensando proprio all’ex deputata socialista quando scrive, rammaricandosi, che ‘ancora recentemente sono state punite persone che hanno fornito protezione e sostegno a persone in difficoltà’. Nello specifico, il suo cosiddetto ‘presidio’ (formato dal presidente Felix Gmür, dal vicepresidente e da un altro membro, tutti vescovi) dice proprio di osservare ‘con inquietudine’ la crescente messa in atto di misure legali contro persone che ne aiutano altre nel bisogno.

Il bersaglio sono evidentemente le recenti restrizioni in materia di diritto d’asilo e il soccorso d’urgenza ai rifugiati, sullo sfondo di situazioni di povertà, tirannia e conflitti bellici. Interessante notare come la chiesa sostenga che il suo agire è rivolto alla concreta situazione di necessità in cui versano queste persone e non alla legalità della loro posizione. Se si dovesse infatti rispettare la legalità in base alle norme della legge sugli stranieri è infatti punibile ‘chiunque facilita il soggiorno illegale di uno straniero’ (basta anche solo l’offerta di protezione o alloggio).

Ma che fare dunque se la chiesa desidera affiancare i poveri, i fuggiaschi, gli emarginati, dando una casa ai senzatetto e ciò indipendentemente dall’esistenza di un permesso di dimora? Interessante notare che i vescovi, proprio perché sanno che le due posizioni sono inconciliabili, intervengono direttamente nel dibattito politico sostenendo una modifica di legge. Non si limitano quindi solo a dire ‘se desiderate agire e seguire la vostra coscienza anche contro le leggi, fate pure’, ma si impegnano anche a cambiarle. Come? Il presidio della Conferenza dei vescovi svizzeri si schiera a favore dell’iniziativa parlamentare ‘basta con il reato di solidarietà’ presentata dalla consigliera nazionale Lisa Mazzone (una verde ginevrina). La deputata chiede che chiunque presti aiuto per motivi degni di rispetto non sia passibile di reato.

Questa, come detto, è la parte sana della chiesa. Ma, visti certi venti di chiusura e certi risultati elettorali al Sud delle Alpi, forse non proprio tutti i credenti seguiranno gli auspici dei loro vescovi. Ma in fondo anche il Cristo (dal quale discendono i vescovi) è spesso andato controcorrente. Non ci resta che attendere e vedere cosa farà ora il parlamento dell’iniziativa e, forse un giorno (in caso di referendum contro la legge), la base anche cattolica. Intanto un primo dado è stato tratto.

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