Commento

Gretina a chi? Ora gli adulti bullizzano una 16enne?

Qualche anno fa un 50enne che sbeffeggiva una ragazza sarebbe stato considerato un mostro. Con Thunberg c'è chi si permette di peggio.

"Come vi permettete?" (Foto Keystone)
26 settembre 2019
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Fino a qualche anno fa un adulto che si faceva beffe di un ragazzo sarebbe stato additato come un mostro. Poi è arrivata Greta Thunberg e tutto è cambiato. 

Uomini di mezza età e anziani hanno iniziato a deridere e insultare una 16enne senza provare la benché minima vergogna. Personaggi pubblici e qualche testata si sono divertiti, e si divertono, a prenderla in giro, sdoganando ogni sorta di epiteto (a proposito: ‘Gretina’ non faceva ridere già quando è stato coniato, figuriamoci ora che è pure banale e scontato; se proprio dovete, siate più creativi). Sfottò pubblicati per partito preso, senza soffermarsi un attimo a riflettere sul suo messaggio; bullismo da manuale, analogo a quello di un dodicenne che prende in giro il compagno di classe solo perché se la cava meglio di lui a scuola.

L’ultimo ‘senior’ a parlare pubblicamente di Greta è tale Bernard Pivot, popolare conduttore televisivo francese di 84 anni, che oggi ha voluto buttarsi nella mischia dichiarando su Twitter che ai suoi tempi i ragazzi ricercavano le “svedesine” perché “avevano la reputazione di essere meno impacciate rispetto alle francesine”. Ha poi proseguito: “Immagino il nostro stupore, lo spavento, se ci fossimo approcciati a Greta Thunberg”. Un post, ha detto lui, che voleva semplicemente sottolineare la “maturità”, la “violenza” e il coraggio della 16enne di Stoccolma, anche se ad una prima lettura pare di capire altro.

Per non sentire il messaggio, si deride il messaggero

Cos’ha combinato questa ragazzina di tanto grave da sdoganare il bullismo dei nonni nei confronti dei nipoti? In realtà nulla più di aver richiamato – con una veemenza mai vista prima – le vecchie generazioni alle proprie responsabilità. Toccati sul vivo, certi adulti hanno reagito come chi si sente in colpa ma non vorrebbe: per non ascoltare il messaggio hanno rifiutato il messaggero. C’è chi ha messo “se” e “ma” dopo “in fondo ha ragione” e chi, non avendo argomenti per difendersi dalle accuse di aver spinto l’umanità sull’orlo del baratro, l’ha attaccata sul piano personale. Manuale del bullo, pagina 2.

Chi è il burattino?

C’è poi chi l’ha definita una marionetta pilotata da altri per scopi poco nobili. Orbene, intanto bisognerebbe che una buona volta ci spiegassero chi è il burattinaio e qual è il suo scopo: è usata dalla famiglia (in particolare dalla madre) per vendere un libro? O dai “poteri forti” (sì, gli stessi di qualsiasi teoria complottista, colpevoli di tutto e del contrario di tutto) per distrarre dalle ingiustizie sociali? Tesi multiple che non convincono e che sembrano un modo molto sbrigativo per non ammettere quello che è ormai incontrovertibile: il pianeta ha la febbre, rischia la morte prematura e il virus sono le nostre abitudini e le scelte politiche, economiche e industriali compiute nell’ultimo secolo. Come osa questa 16enne mettere in pericolo il ‘business as usual’, per giunta facendoci sentire in colpa, quando nemmeno un’orda di climatologi c’è riuscita in decenni?

Il problema è che ora il trucco si vede. Non più tardi di stamattina l’Onu ha pubblicato uno studio che mostra come le conseguenze del riscaldamento del pianeta sulla criosfera e sugli oceani siano ben più gravi di quelle inizialmente previste. Questo ci dice Greta. E se nel frattempo aiuta la mamma a vendere qualche libro in più (fatto poi tutto da dimostrare), che male c’è? Soprattutto considerando che nessuno ha detto nulla (o quasi) quando altri, per decenni, hanno lavorato sottotraccia a favore della tesi contraria; il tutto a favore di interessi immensamente più lucrosi. Per loro nessuno sfottò? La politica, in primis, ha fallito non dandosi una mossa. A traino, noi tutti. Inutile ora offendersi quando una 16enne ce lo fa notare con tanta chiarezza.

Media: si voleva essere Salomone, si è finiti per essere Ponzio Pilato

E su questo punto, forse, qualcosa da rimproverarci ce l’abbiamo pure noi media. Presi dalla necessità di essere equidistanti, ci siamo scordati che il consenso sui cambiamenti climatici tra gli esperti era ed è pressoché unanime. Un punto sollevato da Maximilian Probst e Daniel Pelletier, giornalisti della ‘Zeit’, che sulla testata austriaca Wespennest, hanno recentemente fatto notare come – per essere davvero equilibrati – in Germania si sarebbe dovuto contrapporre uno scienziato scettico a 32 convinti dell’origine antropica del fenomeno. In un articolo di giornale di 3000 battute, solo 90 avrebbero dovuto citare tesi alternative: una frase e non di più. Questo per rispettare il fatto che il 97% degli scienziati tedeschi si è detta convinta dell’origine antropica del riscaldamento globale. Invece si è spesso preferito un salomonico 50/50. Salomonico, ma soprattutto ponziopilatesco.

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