Commento

Affondateli tutti, se siete capaci

La fotografia dei due migranti salvadoregni (padre e figlio) annegati nel Rio Grande al confine tra Messico e Stati Uniti meriterebbe silenzio

Epa
26 giugno 2019
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Si versano fiumi d’inchiostro, si battono milioni di tasti, si clicca lo sdegno o la ferocia. La fotografia dei due migranti salvadoregni (padre e figlio) annegati nel Rio Grande al confine tra Messico e Stati Uniti meriterebbe tuttavia silenzio, il solo modo per sottrarla a un destino di pornografia del dolore (altrui) come avvenne per l’iconica immagine del piccolo migrante siriano morto su una spiaggia turca. Silenzio o assunzione di responsabilità di chi guarda, per non farsi complici di quei potenti che sull’immagine del migrante come minaccia hanno edificatole proprie fortune politiche. Di qua o di là dell’Atlantico; a nord o a sud di Chiasso. Perché, oltretutto, non sempre disponiamo di una fotografia sulla quale interrogarci, o emozionarci quel poco che ci faccia sentire migliori, o indignarci per la cattiveria del mondo. 

Ancora ieri, confusa tra le altre notizie e surclassata dal chiasso montato dal governo italiano sulla sconfitta (temporanea) che stava subendo, è giunta anche quella di alcuni pescatori siciliani che ritirando le reti hanno trovato insieme ai pesci il corpo di un migrante annegato. E c’è davvero poco da aggiungere. Se non le parole di Giorgia Meloni, ex ministro fascista di Berlusconi e oggi aspirante socia in affari (politici) con Matteo Salvini, la quale ha  diffuso un video nel quale afferma che “la Sea Watch deve essere affondata”. Non si diano pena, la Claretta e i suoi compagni d’arme, se non hanno il coraggio di farlo loro: in un fiume o nel mare muoiono da soli.

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