Commento

Il terremoto telecom

L'annunciata fusione tra Sunrise e Upc crea le premesse per dinamizzare il mercato della telefonia mobile

(Foto Keystone)
1 marzo 2019
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Il mercato svizzero delle telecomunicazioni si appresta a vivere un piccolo terremoto e questo alla vigilia dell’avvento della tecnologia 5G. La fusione tra Sunrise e Upc, se confermata dalle competenti autorità di vigilanza del mercato, romperà gli equilibri che si erano creati negli ultimi anni e darà vita a un vero e proprio duopolio in uno dei settori strategici dell’economia del futuro ovvero la connettività ultraveloce tra le persone e tra le macchine (l’Internet delle cose, per intenderci). La prima conseguenza visibile sarà la sparizione di un marchio che ha fatto la storia della tv via cavo negli anni 80, mentre la seconda sarà un auspicabile e probabile calo delle tariffe per gli utenti. Per la prima volta dalla liberalizzazione del mercato telecom, l’ex monopolista Swisscom se la vedrà con un forte concorrente nei settori della telefonia mobile, di quella fissa e nella televisione.

Non era però un mistero che il fondo d’investimento proprietario di Upc, Liberty Global, dopo aver disinvestito in vari Paesi europei, avesse intenzione di vendere anche la sua controllata svizzera. Da parte sua Sunrise, quotata in Borsa solo dal 2015 e partecipata per il 25% dalla società tedesca Freenet, ha sempre affermato che avrebbe potuto continuare da sola sul piccolo, ma redditizio mercato elvetico. L’opportunità di acquisire le attività svizzere di Upc ha fatto cambiare strategia a Sunrise che ha anche annunciato di voler ricorrere al mercato per raccogliere almeno 4,1 miliardi di franchi dei 6,3 occorrenti all’operazione. Sarà necessario anche un aumento di capitale da cui, comunque, si è chiamato fuori il socio di maggioranza relativa Freenet. In sostanza sarà la sola entità elvetica a farsi carico dell’acquisizione. Una questione che ha fatto storcere il naso a più di un azionista, visto che il titolo Sunrise ieri è calato di oltre l’8,4% alla Borsa di Zurigo dopo essere passato in poche ore da 80,80 franchi a 72,20. Al termine delle contrattazioni ha chiuso in lieve recupero a 74,05 franchi.

La fusione, comunque vada, unirà due aziende con profili molto diversi. Sunrise è un operatore con il vento in poppa. La sua rete di telefonia mobile è considerata buona e affidabile al pari di quella di Swisscom, tanto che nell’ultimo trimestre del 2018 ha acquisito ulteriori 42mila abbonati. Anche il fatturato è in aumento a oltre 1,8 miliardi di franchi mentre l’utile netto, depurato da effetti straordinari, è salito a 107 milioni (+25%). In totale gli abbonati alla telefonia mobile del secondo operatore svizzero sono 1,7 milioni; 457mila sono i collegamenti a internet; 244 utenti di Sunrise Tv e 468mila gli abbonati alla telefonia fissa.

Upc ha invece una dinamica diversa con cifre in calo in termini di fatturato e utile. Anche gli abbonati sono in diminuzione (-32mila quelli alla tv, il business principale; -12mila gli allacciamenti a internet). D’altra parte, l’operatore via cavo ha conquistato 9mila utenti della telefonia mobile (146mila in totale) e si appoggia alla rete mobile Swisscom per servirli. L’operazione di fusione combinerà i punti di forza delle due compagnie. Sunrise porterà in dote la sua rete mobile che si allargherà al 5G, mentre Upc la sua rete via cavo e 17’500 chilometri di fibre. In questo modo entrambe faranno a meno di Swisscom: Sunrise per l’infrastruttura fissa e Upc per quella mobile. Se ciò andrà a beneficio degli utenti in termini di minori costi, lo dirà soltanto il tempo. È sicuro che un certo dinamismo sul mercato nei prossimi anni ci sarà. Con Salt, il terzo operatore, che sarà il vaso di coccio tra due vasi di ferro.

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