Commento

Gli insulti in rete, prendiamoli per le corna

In rete, come nella vita, la libertà assoluta non esiste: chi insulta e minaccia va denunciato!

8 gennaio 2019
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Insulti e minacce in rete. Bisogna fare come con il toro e prenderli per le corna. Perché – se nella vita reale quando uno ti insulta può pentirsi e decidere di non più farlo (e magari anche venire a chiederti scusa) o, se a furia di farlo, prima o poi si stanca e la smette – in rete gli insulti e le minacce restano. Anzi, prima o poi qualcuno finirà per rilanciarli, per condividerli, per commentarli, per aggiungerci del proprio; e qualcun altro finirà pure per crederci. Mentre chi si trova suo malgrado dall’altra parte del ‘fucile’, cioè dalla parte della canna fumante che spara anonimamente, rischia di finire nell’occhio di un turbine dal quale non sa più come uscire. I più fragili ritrovatisi impotenti pensano (e magari purtroppo non solo pensano…) persino al suicidio. Ma anche a chi è maggiormente corazzato – chi ad esempio fa politica a certi livelli – può capitare che, pur essendo bersaglio di strane attenzioni e magari anche di presunti abusi sessuali, si veda poi piovere addosso una raffica di insulti, come se la vittima fosse lei stessa fattore scatenante di quanto le succede. La storia della deputata verde zugana che, dopo aver preso parte ad una festa per la nomina del presidente del governo cantonale, si è poi risvegliata a casa con forti dolori al basso ventre, è emblematica. Per la cronaca si era poi recata all’ospedale a fare le analisi del caso, fu arrestato un suo collega deputato, che ha però sempre negato un rapporto non consenziente. Successivamente il procedimento penale contro l’uomo è stato archiviato e la deputata è divenuta bersaglio di alcuni ‘haters’.

Ebbene, questa vicenda, come è immaginabile, ha agitato la rete e fra i messaggi non sono mancati insulti e minacce all’indirizzo della donna, come se fosse andata a cercarselo. Ora, partendo anche da questa brutta esperienza, è maturata la consapevolezza che in casi del genere (ma anche in tante altre vicende meno invasive) si deve fare di tutto per evitare che la rete, approfittando del solito anonimato, si accanisca a ripetizione contro le vittime. Ma anche, più semplicemente, si deve fare di tutto affinché insulti e minacce nei confronti di tizio e caio vengano eliminati. Ben venga quindi l’iniziativa che punta a convincere le vittime che è sempre bene denunciare e portare di fronte alla magistratura tali crescenti derive. Inoltre, accanto all’invito al singolo a sporgere sempre querela penale, in appoggio ci sono ora anche un’associazione come ‘#NetzCourage’ e altri gruppi, capaci di attivarsi a caccia degli insulti per segnalarli ai social, così che siano gli stessi mezzi di comunicazione di massa a cancellarli.

Insomma, la responsabilità finalmente si allarga: chi abusa della rete (ed è bene che lo sappia) comincia a rischiare un po’ (tanto) di più; chi, invece, è vittima (ed è importante che ne prenda coscienza) non è più lasciato così solo.

Un passo avanti perché si sappia che anche dentro internet – come nella vita reale – non esiste la libertà assoluta. Lo abbiamo già scritto, vero. Ma proprio su tematiche tanto attuali e scottanti repetita iuvant. Tanto più se gli abusi sono in aumento!

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