Commento

'Incuntrèmas a Sall', l'incontro e l'amore per il proprio territorio

Ecco una bella iniziativa dettata dalla voglia di condividere e conoscersi

31 dicembre 2018
|

Durante le feste, a cavallo fra Natale e Capodanno, ho partecipato ad un incontro, oltre che simpatico, anche significativo. E mi spiego. Un gruppo di abitanti della frazione di Sallo (in quel di Olivone, dove son solito passare le vacanze estive e invernali) da qualche tempo riuniti nell’associazione ‘Incuntrèmas a Sall’, ha invitato gli abitanti del microframmento del Comune di Blenio a un appuntamento informale. Per noi ‘forestieri’, che saliamo in alta valle per goderci pace e aria fina, è stata l’occasione per incontrare abitanti del luogo e, per loro, di scambiare quattro chiacchiere attorno ad una tavolata imbandita nella notte stellata. Un incontro che è volontà di accoglienza di una piccola comunità, desiderio di conoscere persone anche diverse, e ovviamente anche piacere di intrattenersi in allegria. In definitiva, di concedersi uno spazio e un attimo fuggente di scambio in un periodo meno carico. Ovviamente, per chi viene da fuori occorre qualche sforzo in più, perché non è così facile sapere/capire chi è chi, mentre i ‘sallesi’ si conoscono tutti. Ma, mentre frequenti la spontanea comunità e poi te ne torni a casa dall’incontro, ti rendi conto di aver imparato qualcosa dalle persone che ti hanno ‘aperto’ la piazzetta. Intanto, per allietare la serata all’antico lavatoio (che già da solo racconta molto del passato remoto delle donne), attorniati da alcune tavole imbandite di ogni bene, innaffiato da un ottimo vin brûlé, ad un certo punto siamo stati invitati a cantare una canzone (non priva di significato) tradotta dall’inglese e adattata all’occasione: ‘Natal l’è sgià pasou, ma Sall / as festégia intorn al büi / vin calt e panaton, duman / a sarem amô tütt chi?’. Già, un altro anno sta per passare, fino a quando ci saremo ancora tutti? Canzone e note di origine scozzese capaci di fare ambiente. Si è poi aggiunto l’invito a visitare la chiesetta-oratorio, dedicata a San Bartolomeo, che è a un tiro di schioppo dall’antico lavatoio. Aperta e illuminata per l’occorrenza è subito piena. Ci abbiamo trovato un artista restauratore (di biaschesi origini) che con perizia ha parlato delle tecniche utilizzate un tempo per affrescarla e del perché e del percome tali affreschi abbiano potuto mantenere nei secoli lo splendore nei colori. Colori naturali – ecco il segreto! –, mentre oggi quanto dura la pittura data alla facciata di una casa? E mentre lui, l’artista, spiegava e rispondeva alle domande e sentivi la passione, ci siamo ritrovati fra le mani anche un opuscolo dedicato alla chiesetta che la raccontava, dicendoci da quando c’è la frazione di Sallo (o meglio quando è stata menzionata per la prima volta in documenti ufficiali), chi fu San Bartolomeo, di chi è il protettore. Il tutto grazie alla ricerca ad hoc di alcune donne attive nell’associazione ‘Incuntrèmas a Sall’.

Perché, proprio mentre archiviamo il 2018, ne scrivo, vi chiederete? Perché è una bella testimonianza dell’amore per il proprio territorio e della voglia di condivisione, che va in senso opposto al crescente anonimato e si manifesta come genuina reazione per ricreare (umane e non virtuali) comunità di base. Chissà? Comunque sia, si tratta di un’esperienza che farebbe bene anche a tanti altri comuni/frazioni: perché l’uomo è animale sociale e sente il bisogno di incontrarsi fisicamente, altro che telefonini e bip bip; perché è segno dell’attaccamento alle ricchezze – grandi o piccole che siano poco importa – della propria terra; perché questa è civica e storia vissute che insegnano che quanto abbiamo non è caduto per caso dal cielo, ma è il frutto di sforzi, sacrifici, scelte e vite andate di chi ci ha preceduto. Buon anno e buon cammino!

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE