Commento

Verso aprile, primum vivere…

Dopo il matrimonio Lega-Udc, Plr costretto a racimolare voti a sinistra per soddisfare la voglia di raddoppio. Partita sul filo di lana col Ps.

(Ti-Press)
20 dicembre 2018
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Hanno atteso le mosse delle altre scuderie, poi hanno calato l’asso: cioè il matrimonio Lega-Udc in vista delle Cantonali. Nozze che servono a due scopi: blindare la rielezione di Norman Gobbi in bob a due con Claudio Zali e permettere al partito di maggioranza relativa in governo di rimanere tale. Quindi, guardando alle prossime Cantonali, sul fronte del centro destra non vi saranno particolari novità: due leghisti sono e due leghisti saranno. E sugli altri fronti? In casa pipidina, come già scritto, si prospetta una bella gara interna fra l’uscente Paolo Beltraminelli, che in passato ha avuto dalla sua il bacino di voti sul Ceresio, e Raffaele De Rosa, che può contare su alcuni importanti grandi elettori (e finanziatori?) del Ppd. Grandi elettori che (forse), vista la malaparata e la pagella dell’uscente, sono pronti a puntare su un altro cavallo. Comunque sia, il corpo a corpo interno al partito guidato da Fiorenzo Dadò servirà a mobilitare gli elettori dentro e fuori il partito. Il seggio azzurro è dunque assicurato.

Come farà quindi il Plr a soddisfare la sua voglia di raddoppio dichiarata (senza troppa enfasi per non farsi nemici) negli ultimi appuntamenti elettorali? Cifre e percentuali alla mano ai liberali non resta che racimolare consensi sulla sinistra, tentando di soffiare il seggio al Ps e rimandando a casa Manuele Bertoli. Esercizio non impossibile, anche se sconsigliato da personalità del calibro di un Dick Marty, che ha sempre avuto il pregio di pensare anche vicino e di guardare sempre lontano e di essere inscalfibile coscienza critica di tutto un cantone e non soltanto dei suoi. Esercizio non impossibile, dicevamo, vuoi per il profilo dell’uscente, ammaccato dallo stop alla scuola che (non) verrà; vuoi per il vento che spira che non favorisce la sinistra; vuoi per la lista tutto sommato debole messa in campo dai socialisti. La partita si giocherà sul filo di lana e sulla capacità reale dei liberali di dare risposte convincenti in ambiti nei quali i socialisti si sono lasciati portar via dalla Lega (precisamente dall’anima sociale movimentista tanto cara al Nano!) fette di elettorato che prima votavano a tutta sinistra. Un elettorato formato da chi, in momenti particolarmente agitati e incerti come gli attuali, cerca nuove sicurezze che in questi anni ha trovato più fra chi difende (o dice di difendere con retorica populista e tracotante!) i lavoratori indigeni (Lega e Udc con ‘prima i nostri’), rispetto a chi difende il lavoro e i lavoratori (indipendentemente dalla loro origine) come fa il Ps.

Fra queste due visioni che cosa ha da proporre il Plr per smarcarsi, incunearsi e fare il colpaccio? Crediamo che, a conti fatti, la sfida all’ultima scheda fra Ps e Plr si giocherà sulla capacità di dare risposte serie e convincenti soprattutto (ma non solo) nell’ambito del lavoro. Primum vivere, deinde…

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