Commento

La custodia di polizia e quel magistrato in meno

Il Gran Consiglio attribuisce un'altra competenza all'Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi, dopo avergli tolto nel 2016 un'unità...

12 dicembre 2018
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Con l’introduzione, in occasione della recente revisione legislativa, della cosiddetta custodia di polizia, il Gran Consiglio ha attribuito un’altra competenza al già oberato Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi. Ufficio al quale con la manovrona di risparmio del 2016 lo stesso parlamento ha tolto – sordo alle proteste (garbate) di esponenti del potere giudiziario – un magistrato, avallando così la proposta del governo. Da quattro a tre giudici. La cura dimagrante è stata poi suggellata dal voto popolare con il 53,7% di sì. Ma se si taglia ha senso assegnare ulteriori incombenze ai tre magistrati? No. In parlamento si è ripetuto che la custodia di polizia riguarderà in un anno pochissimi casi e che pertanto pochissimi saranno gli eventuali ricorsi all’Ufficio dei gpc contro la misura disposta, unicamente, dall’ufficiale di polizia. Staremo a vedere. Intanto ci si può chiedere se pochissimi casi (si è parlato soprattutto di ubriachi molesti) giustifichino in Ticino una strana nuova forma di privazione della libertà personale, la cui applicazione potrebbe dipendere anche dal momento politico. La custodia comunque ora è legge. Auspichiamo però una seria riflessione della politica sulle risorse oggi in dotazione all’Ufficio dei gpc. Giudici di garanzia.

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