Commento

Con Giampiero Gianella, ecco la ciliegina sulla torta

Il suo è indubbiamente un doppio record: coi salari e coi rimborsi spese!

6 dicembre 2018
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Quando si dice… ‘mancava solo la ciliegina sulla torta’! Eccola!

L’ha messa l’ex cancelliere dello Stato Giampiero Gianella proprio in tempo a fine legislatura. Il suo è incontestabilmente un doppio record: nei salari, tanto che ne ha già dovuti restituire due, ricevuti (auto-assegnatisi?) a fine mandato, mentre era però già al beneficio della pensione; e nei rimborsi spese, decisi a suo tempo nel lontano ’99 dal governo per un ammontare di 5mila franchi, poi trasformatisi (da quale bacchetta magica? La procura dirà) in mille franchi in più (con copertura adeguata?) sino al 2011. Complimenti!

Il premio questa volta è un giro di verbali al Ministero pubblico. Sull’esito, però, non ci facciamo illusioni, visto come è stata tirata alla lunga su Argo 1 senza cavare per finire il ragno dal buco.

Certo è che questo quadriennio ormai agli sgoccioli sta dando diversi esempi di malagestione della cosa pubblica. Dai mandati diretti nella vicenda di Argo 1 (che hanno causato danni allo Stato e, da mesi e mesi, sotto la lente della commissione parlamentare d’inchiesta) ai permessi, alla ciliegina dicembrina del rimborso spese lievitato. O anche, passando dai pasti per rifugiati presi (sin tanto che nessuno se ne accorgeva) in fondo al Ticino sul confine, per essere portati verso Bellinzona, salvo poi accorgersi che li si poteva far preparare anche nella capitale. Ci sono poi anche i fatterelli minori, che finiscono per non fare quasi neppure più notizia, come quelli che vi abbiamo raccontato questa settimana sul fronte dello sgombero neve, con un ministro che ammette che sì, effettivamente certe procedure si sono rivelate carenti.

Tutte queste vicende hanno un denominatore comune: i soldi, le palenche, i danée. Lo si sa, fanno girare il mondo e la testa a tanti. C’è chi li fa approfittando, o meglio gabbando i privati con truffe delle più svariate fantasie: da quella del falso nipote a quella del falso zio e via col valzer dei familiari, sfruttando la creduloneria del prossimo con più o meno raffinati inganni astuti. E poi ci sono gli sgambetti che i privati tentano di fare all’ente pubblico per riuscire a spremerlo, vedersi aggiudicare mandati pur non avendo i requisiti previsti dai bandi di concorso, o per ricevere certe autorizzazioni senza le carte in regola.

Su questo fronte, proprio in questo quadriennio, sono emersi fatti e comportamenti preoccupanti che avrebbero dovuto trovare sulla loro strada funzionari molto più attenti e diligenti. Funzionari capaci di fiutare in anticipo la fregatura, ma che nei casi concreti si sono invece rivelati incapaci di accorgersi (nella migliore delle ipotesi) che qualcosa non quadrava. Sì, perché se il funzionario per sua debolezza, o incapacità, non esercita i controlli necessari, chi deve ricevere un’autorizzazione la riceve anche se non ne ha il diritto.

È sul fronte delle autorizzazioni date al singolo (e di cui nessuno viene a conoscenza se non il funzionario e il beneficiato), come sul fronte dei mandati diretti sotto una determinata soglia, che è facile che qualcosa sfugga se, come detto, il funzionario non è più che accorto.

Antidoti contro le possibili derive ci sono. Si chiamano trasparenza nelle decisioni adottate dall’amministrazione pubblica e controlli a campione. Meglio ancora se effettuati da altri funzionari/ispettori, che non dipendono gerarchicamente da nessuno, altrimenti la possibilità che subiscano pressioni o influenze è sempre possibile. Per evitare simili pressioni il Ppd ha annunciato ieri, opportunamente, di voler lanciare un’iniziativa popolare per istituire una Corte dei conti.

Trasparenza e controlli che però – e torniamo al capitolo dei 5mila (abracadabra) divenuti 6mila franchetti – di fronte a quanto emerso nella vicenda della ‘ciliegina’ non bastano. Perché, se chi sta ai vertici dell’amministrazione – che oltre a dare l’esempio dovrebbe anche vegliare sulla correttezza delle regole – si permette di autoritoccarsi il dovuto, chi gli dirà che così non si può fare? Nessuno!

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