Commento

Abusi sessuali nella chiesa, ditelo subito al magistrato!

Era ora! Qualche anno fa in Ticino si disse 'ditelo prima al vescovo!'

6 settembre 2018
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Se la chiesa svizzera terrà fede al suo dire, sarà una vera e propria ‘rivoluzione’!

Annunciare che gli abusi sessuali nella chiesa devono sempre sfociare in una denuncia alla giustizia; che i responsabili ecclesiastici dovranno denunciare i casi sospetti, anche quando le vittime non lo desiderano perché, in caso contrario, il rischio di occultamento è troppo grande; e, soprattutto, riconoscere che le autorità giudiziarie hanno i mezzi per condurre al meglio un’indagine e intervenire con misure opportune, è quanto di più corretto un’istituzione confrontata con simili reati possa fare. Diciamolo: l’inversione di rotta avviene dopo che per anni i panni sporchi sono stati lavati in casa/chiesa, coprendo (se possibile) i reati sessuali consumati all’interno a danno di minorenni e intervenendo (il più delle volte) spostando i preti pedofili quando non era ormai più possibile coprirli. Un agire che si è ritorto contro la chiesa, danneggiandone l’immagine: da qui fino a Roma.

Se la chiesa terrà fede alle nuove direttive, significa che sarà da loro riconosciuto il primato dell’esercizio della giustizia da parte dello Stato. Era ora! Qualche anno fa un vescovo (non l’attuale), confrontato con un caso di abusi da parte di un prete, disse a voce alta in chiesa ‘ditelo prima al vescovo’. Ecco, capovolgendo quell’infelice uscita, seguita pure dallo spostamento del sacerdote in attesa di processo in altra diocesi, senza tentennare si dovrà ora dire: ‘Ditelo subito al magistrato!’.

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