Commento

Casse malati: risparmiano loro, paghiamo noi!

Presto assicurati solo i buoni rischi, scaricando su di noi quelli cattivi?

25 agosto 2018
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Le casse malati finiranno per farci ammalare e non solo per i continui aumenti dei costi. L’ultima loro pensata – venuta improvvisamente a galla nell’afoso mese di agosto dopo la rivelazione del settimanale ‘Matin Dimanche’ – è indubbiamente ideata per mantenere sani i bilanci: i loro bilanci. Un risultato ottenuto ribaltando su di noi – ancor più di quanto già non facciano – i rischi.

Di cosa si tratta è presto detto: le casse malati potrebbero a breve (il condizionale è ancora d’obbligo), grazie ad una particolare clausola da inserire nella revisione della legge sul contratto d’assicurazione, riservarsi il diritto di rescindere in modo unilaterale e senza che l’assicurato possa opporvisi, i contratti d’assicurazione delle complementari. O si accettano le nuove condizioni imposte dall’assicurazione o il contratto viene rescisso. Ovviamente la modifica è tutta da discutere, ma fra poche settimane, in settembre, potrebbero tentare il colpaccio sotto la cupola di Palazzo federale.

Se tale mossa dovesse riuscire, come detto limitatamente all’assicurazione complementare (quindi non a quella obbligatoria di base, per la quale vige l’obbligo di accettare chiunque indipendentemente dal rischio), potrebbe consentire alle assicurazioni di fatto di espellere dalla copertura assicurativa privata tutti gli assicurati ritenuti economicamente onerosi.

Si libererebbero così di chi – pur essendo stato un assicurato per loro interessante per diversi anni e avendo pagato per anni e anni regolarmente i premi –, varcata una certa età, comincia ad essere zavorra a causa di malattie croniche che richiedono interventi di una certa entità a carico delle casse malati.

Potrebbe così venir meno un principio fondamentale, che sta alla base dell’assicurazione di base e che per certi aspetti finora era anche praticato nell’assicurazione complementare (non obbligatoria), ossia l’assunzione di rischi bassi e alti da parte dell’assicurazione.

Dovesse passare la modifica di regolamento/legge ci si potrebbe ritrovare in una nuova e brutta situazione: si resta assicurati per la parte non obbligatoria fin tanto che fa comodo a chi ci assicura, per poi venire ‘espulsi’ appena dopo che si manifesta un rischio di una certa importanza o si realizzano le nuove condizioni.

Ma, ci chiediamo, le assicurazioni non servono proprio all’opposto?

Ovvero a garantire a chi le paga che in caso di realizzazione di un rischio (che il singolo non può sopportare) subentrano loro, perché si assumono rischi per sé sia positivi che negativi? Se salta tale basilare criterio di solidarietà, che ci sta a fare una cassa malati che si fregia di essere un’assicurazione? Assicurare i buoni rischi, che non si verificano mai (o solo raramente), a che serve? A noi assicurati proprio a nulla, mentre alle casse malati serve a fare un bel pacco di utili.

Una pensata, dunque, preoccupante perché intavolata in un ambito decisamente delicato come quello della salute, dove, peraltro, sono già in corso ardue sfide lanciate dai costanti progressi della medicina e dal crescente invecchiamento della popolazione.

Considerato il bene protetto (la nostra salute), si deve, secondo noi, tornare a ragionare in termini di sanità pubblica e di assicurazione malattia gestita prioritariamente dall’ente pubblico.

È vero, gli li svizzeri avevano già detto di no alle urne... Ma ripensarci non è vietato.

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