Commento

Pizza, pummarola e luganighetta

Perché i locarnesi non amano Moon & Stars? È una questione di luoghi comuni

21 luglio 2018
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Una giovane svizzero-tedesca – la chiameremo Petra – cammina felice sotto i portici di Locarno con il suo ragazzo. Compra un gelato, si prova un paio di occhiali da sole, si fa un selfie davanti al trenino panoramico e alla fine arriva davanti a un’enoteca. Petra ci entra e la base elettropop che accompagna le immagini è sostituita da un tenore (Caruso?) che canta ‘O sole mio’. In un altro video c’è un ragazzo svizzero-tedesco – lo chiameremo Reto – seduto in un caffè del centro. Saluta tutti e dice: “Qui parlano con le mani!”, congiungendo tutti e dieci i polpastrelli e producendo un gesto che in Italia significa (elegantemente detto) “ma che vuoi?”. Più tardi Reto è in auto, in coda, suona il clacson e impreca. Sempre gesticolando, canta “Amore amore, amore amaro, amore mio” di Gigi Finizio, cantante neomelodico napoletano.
Ora. Il locarnese non è un italiano. Già esservi accostato non lo fa impazzire di gioia. Ancor meno se lo si dipinge come uno che parla con le mani e canta “Amore amore, amore amaro, amore mio” di Gigi Finizio. Il locarnese, a un certo punto, accostato a Gigi Finizio, accostato a ‘O sole mio’, esattamente come succederebbe a un italiano, e pure a un napoletano – stanchi entrambi di essere identificati con il trinomio “Pizza, pummarola e mandolino” –, il locarnese, dicevamo, a un certo punto s’incazza.

Dell’oliata macchina da spettacolo Moon and Stars si può solo cercare il pelo nell’uovo. E il pelo sta in due video-uova che stonano con una manifestazione impeccabile, guidata da persone preparate e con visioni lungimiranti. La piazza è un salotto, la struttura è integrata perfettamente per misure, materiali e gusto estetico. Degli organizzatori abbiamo raccolto la voglia di fare qualcosa di grande, con l’intenzione di non perderci più soldi, è chiaro (si organizza per guadagnare, non per perdere). Nonostante questo, persiste una certa incomunicabilità tra confederati. E l’“Arrividerci”, l’errore di ortografia sull’insegna che accompagnava all’uscita nel 2017, non è il problema.

Il perché Locarno sia così in armonia con Luci e Ombre e invece faccia così fatica ad andare d’accordo con Luna e Stelle non sta nel discorso principale, ma nelle virgole. E da quei due video promozionali nasce la convinzione che uno svizzero- tedesco avrà sempre difficoltà a promuovere il Ticino in Ticino fino a che userà immagini come ‘O sole mio’ e “Qui parlano con le mani”. Lo stesso accadrebbe per un ticinese che volesse promuovere un open air svizzero-tedesco facendo ironia sulle ciabatte con i calzini. I polpastrelli giunti che vorrebbero essere ironia, e invece sembrano l’ennesima caricatura del minchiaweisch, sono una delle incomprensioni tra il nuovo Moon and Stars e la popolazione. Perché ‘O sole mio’ sta a Locarno come i mandolini a ‘Vacanze romane’ (un vezzo degli americani, quello di mettere i mandolini nei film ambientati in Italia).

Fatta eccezione per la questione ristoratori, patata bollente per Palazzo Marcacci, non mancherebbe molto a Moon and Stars per entrare in sintonia con la città, evitando che siffatti videoclip trasformino davvero Piazza Grande in Pizza Grande (fake news del dopo “Arrividerci”). Meglio far raccontare come sono fatti i ticinesi a un’agenzia pubblicitaria ticinese. O a una italiana che, male che vada, dirà che “il meteo prevede bel tempo” e invece di “rispettivamente” userà “oppure”. È probabile che italiani o ticinesi, in uno spot promozionale, al posto di “Amore amore, amore amaro, amore mio” ci mettano – se non ‘La canzone di Marinella’ – almeno un “Vero che ti amo ancora, vero che ti ho tradita, falso è stato un gioco”. P.s. E comunque, viva Nella Martinetti e la sua ‘Bella musica’.

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