Commento

Caso Maurer: avvocato che autogol!

Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. E poi: di principio vanno protette le vittime!

23 maggio 2018
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Ma certi avvocati fanno davvero l’interesse del loro cliente? La vicenda Maurer è un ottimo esempio per interrogarsi. Al centro c’è il figlio del consigliere federale che, come noto, ha già avuto qualche problemino con la giustizia. Tempo fa tentò di sottrarsi ad un controllo di polizia a caccia di cannabis. Marijuana che, anni prima, era spuntata nel giardino di casa Maurer. Ora il legale del figlio del ministro ha chiesto di celebrare a porte chiuse il processo al giovane, finito in aula per aver causato un incidente della circolazione stradale in stato di ebrietà con relativi danni ad una proprietà privata. Il tutto condito con minacce e violenze contro i funzionari. Se non fosse stato per la strana richiesta – celebrate il processo a porte chiuse! – la vicenda sarebbe passata quasi inosservata. Ma proprio quell’inusuale domanda, possibile per legge solo in casi eccezionali, ossia quando la vittima (e non l’autore) necessitano di essere protetti, ha attirato l’attenzione della stampa. L’effetto boomerang è stato inevitabile. Grave errore di valutazione! Di principio i processi sono pubblici, pena la loro nullità. E quando c’è di mezzo una persona legata a un personaggio pubblico è interesse di tutti (della giustizia in primis, ma anche dello stesso padre ministro!) dimostrare pubblicamente che non si ha nulla da nascondere! Che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge! Se il cliente dell’avvocato non gradiva pubblicità, siamo quindi all’autogol.

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