Commento

Cartello dell'asfalto e del mattone: i misteri del terzo livello!

Ma a chi sono andati tutti quei bei margini? Al singolo imprenditore? A cordate? Magari, indirettamente, alle casse di certi partiti?

3 maggio 2018
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Cartello del mattone nei Grigioni e cartello dell’asfalto, qualche anno fa, in Ticino. Quante analogie! Imprenditori privati di un determinato settore si riuniscono segretamente e si spartiscono gli appalti pubblici e, già che ci sono, anche buona parte di quelli privati. Per la serie: adesso vai avanti tu con la miglior offerta (mentre gli altri fanno apposta a non vincere il concorso), a patto che domani la posta in palio toccherà a me, e così via di seguito… Tutto bene (anzi male) fin tanto che non c’è uno dei partecipanti al festino che rompe il gioco, perché (spesso e volentieri) non è stato premiato come invece pretendeva, e vuota quindi il sacco rendendo pubblico il metodo di spartizione. Così – boom! – tutto salta in aria.

A fare le spese dell’intesa sono prioritariamente gli enti pubblici (cantone e comuni), ma anche i privati che si trovano a dover onorare fatture lievitate del 30% (di tanto si sono abbassate nell’asfalto), o persino del 45% nei Grigioni.

Altra analogia mattone-asfalto: il coinvolgimento della politica nella giostra di interessi. Le società coinvolte spesso e volentieri hanno ai loro vertici politici di primo piano, appartenenti a diversi schieramenti. Particolarmente evidente è stato in questi giorni l’impatto sui Borghesi democratici grigionesi.

Chissà se resterà ancora una volta senza risposta la domanda di fondo: ma a chi sono andati tutti quei bei margini? Al singolo imprenditore? A cordate? Magari, indirettamente, alle casse di certi partiti? Misteri del famoso (e fumoso) terzo livello.

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