Commento

Di pazzia e scienza

Mike Hughes è pazzo. Non clinicamente. Non perché sia un fervente sostenitore dell’idea che la Terra sia in realtà piatta

5 aprile 2018
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Mike Hughes è pazzo. Non clinicamente. Non perché sia un fervente sostenitore dell’idea che la Terra sia in realtà piatta. È pazzo per lo più perché nelle scorse settimane si è lanciato in aria a 600 metri d’altezza in un razzo fatto in casa solo per vedere se il nostro pianeta è davvero un disco. E quasi ci lasciava le penne. Da lì il suo soprannome: ‘Mad’, matto.

Lui, 61 anni, americano, già autista di limousine, sostiene di non credere nella scienza. “Conosco solo l’aerodinamica e la dinamica dei fluidi – ha dichiarato all’Associated Press –. So come le cose si muovono nell’aria, conosco le dimensioni degli ugelli dei razzi e la spinta. Non è però scienza, sono solo formule. Non c’è differenza tra scienza e fantascienza”.

Da tempo ‘Mad’ Mike ha abbracciato quella corrente di pensiero, a cavallo tra complottismo e ritorno al passato, che si alimenta tramite internet e che ripropone l’idea secondo cui il nostro pianeta non è una sfera, ma un frisbee circondato da ghiacci eterni guardati a vista dagli eserciti mondiali per evitare che il popolo ignorante scopra cosa c’è oltre. Sole e Luna sono piccole sfere che sfrecciano sopra le nostre teste (in realtà sopra l’Equatore) a circa seimila chilometri d’altezza. E tutto il resto che ne consegue. Il suo primo volo era solo un esperimento: un piccolo balzo in preparazione per quelli più grandi, che gli dovrebbero permettere di constatare se viviamo su un disco o una biglia.

Non crede nella scienza ‘Mad’ Mike, ma la fa. Senza saperlo. Almeno in parte. E al netto della notorietà che ciò gli dà. Già, perché, dite quel che volete, lui ha una teoria e vuole verificarla. E questo è la base di qualsiasi disciplina scientifica. (C’è poi da vedere se saprà accettare anche un risultato diverso da quello che già si attende, ma questo è un altro discorso). Perché la scienza, a differenza di quel che si crede (non me ne vogliano i professionisti se sarò un po’ approssimativo), non è un insieme di regole già scritte, ma fondamentalmente un modo di pensare, un metodo rigoroso e preciso che non dà (non dovrebbe dare!) nulla per acquisito: tutto deve essere dimostrato o confutato e gli esperimenti eseguiti per provare la veridicità di un’affermazione o per invalidare una teoria devono essere ripetibili. Solo a quel punto un’idea può essere detta provata. E ciò fino a quando un altro esperimento, eventualmente, la confuterà. Un approccio che ha dato allo stesso ‘Mad’ Mike quelle formule che ora gli permettono di librarsi in aria col suo razzo.

Poi si può sicuramente sostenere che quello da lui scelto non sia il più efficace e nemmeno il meno pericoloso degli esperimenti per verificare la sua teoria, però – intanto – è un esperimento. ‘Mad’ Mike avrebbe potuto trovare molti altri modi per vedere di persona se viviamo su una palla o meno, molti dei quali già noti nell’antichità. (Per inciso: la Terra è rotonda. È dimostrato e dimostrabile). Per dirne uno: al prezzo di 20mila dollari – tanto gli è costato il suo primo lanciatore – avrebbe sicuramente potuto provare a partire verso est e vedere se, dopo una dozzina di migliaia di chilometri, sarebbe tornato nello stesso posto in provenienza da ovest. Oppure avrebbe potuto chiedere lumi alle tante persone che questo viaggio lo hanno già fatto circumnavigando l’intero pianeta.

Ma, tant’è, lui vuole metterci il naso prima di credere. Un po’ come hanno fatto molti scienziati, seguendo il nocciolo del vero e puro pensiero scientifico. Qualcuno di quegli scienziati fu anche chiamato pazzo.

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